Nella giornata del 26 luglio 2018 si è riunito il Coordinamento di Terni della Fim Cisl Umbria alla presenza del Coordinatore nazionale della siderurgia della Fim Cisl, Raffaele Apetino, del Segretario regionale della Cisl Umbria, Riccardo Marcelli, e del Coordinatore della Cisl di Terni, Angelo Manzotti.
Relativamente al Decreto Dignità, il Coordinamento ha osservato che la pretesa della politica di cambiare ogni tre anni le regole del mercato del lavoro non ha mai prodotto risultati significativi sul piano dell’occupazione, soprattutto quando questo viene fatto senza tenere conto del ruolo delle parti sociali e della contrattazione collettiva. Meglio sarebbe stato se il Ministro del lavoro e dello sviluppo economico avesse convocato le parti e promosso un tavolo di confronto sui temi, certamente importanti, posti dal decreto, decreto che contiene aspetti positivi, altri da valutare, altri ancora negativi.
Se è condivisibile la logica che individua il reale problema del nostro mercato del lavoro nella lunga durata delle transizioni da contratto a termine a tempo indeterminato, tuttavia riteniamo che, sia per il contratto a termine che per la somministrazione, sarebbe opportuno affidare la regolazione del loro utilizzo alla contrattazione collettiva, cosa che per alcuni aspetti è già prevista, soprattutto nella fase transitoria. Se si vuole, giustamente, favorire il lavoro stabile, si deve tenere presente che scelte rigide operate per legge e uguali per tutti rischiano di non distinguere tra flessibilità fisiologica e abusi, di scoraggiare l’occupazione in generale anziché il precariato, di sostituire contratti a termine e di somministrazione con lavoro nero.
Siamo favorevoli al divieto di pubblicità sui giochi, in coerenza con l’impegno della Cisl all’interno della Campagna “Mettiamoci in gioco”, e della Fim che ha aderito al Movimento No slot: entrambi hanno l’obiettivo di contrastare il dilagare del fenomeno del gioco d’azzardo attraverso la sua regolamentazione per ridurne i rischi che troppo spesso colpiscono le fasce più fragili.
A dicembre scadono i quattro anni di vigenza dell’accordo sottoscritto al Mise per quanto riguarda Ast. Sono stati quattro anni complicati ma anche stimolanti dove la Fim di Terni ha partecipato con determinazione e in coerenza con gli impegni presi, alle fasi di ristrutturazione e riorganizzazione, senza abbassare mai la guardia, cercando di volgere lo sguardo al futuro. Ecco perché nei mesi scorsi abbiamo chiesto al Governo di ritenere il sito di Terni strategico per l’interesse nazionale, nella consapevolezza che il sito di Ast, che abbiamo sempre considerato un’anomalia all’interno della divisione Business area Materials della ThyssenKrupp possa tornare ad essere scorporata. Se così fosse è necessario lavorare affinché l’Ast di Terni venga ricapitalizzata attraverso il sostegno di un soggetto dell’acciaio prevedendo fin da subito investimenti per il rilancio. Anche perché la fase attuale è a dir poco cruciale e delicata. Da una parte ci sono i dazi, che rischiano di essere messi pure nel settore automotive, con possibili ripercussioni pure sul nostro territorio, dall’altra i prezzi di rottame e elettrodi che influenzano il prezzo di vendita. Tenendo presente tutto ciò anche a settembre si prevede una chiusura positiva dell’Azienda. E ancora una volta questo è merito dei lavoratori, operai, impiegati e quadri, nonché di quelli somministrati i cui livelli vanno salvaguardati tenendo presente pure quello che prevede il decreto dignità.
Siamo riusciti a mantenere l’impegno, non scontato quattro anni fa, di ricominciare a parlare di contrattazione di secondo livello, valorizzando la scelta effettuata a suo tempo di mantenere il premio fisso. E’ chiaro che rispetto a tutto ciò abbiamo gli impiegati ternani che hanno sofferto più di tutti gli altri e a loro che andranno concentrati alcuni sforzi.
Per quanto riguarda il territorio è importante l’Accordo Regionale sottoscritto dalla Cisl Umbria che ha recepito quanto proposto dalla Fim in materia di produttività. Questo metodo deve fare da apripista anche per tutte le altre Associazioni datoriali perché i lavoratori delle Piccole e Medie imprese hanno bisogno dalla contrattazione di secondo livello e da misure di welfare, formandoli verso l’Industria 4.0.
La questione ambientale risulterà nei prossimi anni di vitale importanza. Vale per Ast sulla quale auspichiamo che a breve si annunci il progetto sul recupero scorie, ma vale anche per tutte le altre aziende del comprensorio. E’ il momento che i progetti in materia di sostenibilità ambientali siano portati a termine in tempi breve e dando loro la giusta importanza, valorizzando anche le Facoltà universitarie di Ingegneria ed Economia verso i temi della sostenibilità ambientale economica e sociale. Ecco perché non è concepibile in questa fase che i 5 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione diventino oggetto di strumentalizzazione politica: debbono essere destinati e utilizzati in fretta.
Fim Cisl Umbria
Terni, 26 luglio 2018