Nei giorni scorsi si è tenuto un incontro presso la direzione USL Umbria 2 tra il direttore generale Massimo de Fino, il direttore amministrativo Piero Carsili e le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil provinciali, insieme alle categorie dei pensionati Spi, Fnp e Uilp, per affrontare le tematiche inerenti l’organizzazione dei servizi socio-sanitari nel territorio provinciale ternano.
“Il percorso di confronto aperto – affermano Cgil, Cisl e Uil provinciali – è frutto delle nostre rivendicazioni e delle proposte unitariamente espresse ed è conseguenza dell’azione di mobilitazione territoriale avviata. Esso rappresenta un valore nel sistema delle relazioni ed è utile ad affrontare le problematiche presenti, con l’obiettivo di rispondere alle necessità ed ai bisogni della cittadinanza anche a fronte della crisi pandemica ancora in corso”.
Nell’incontro, Cgil, Cisl e Uil hanno voluto affrontare, in maniera innovativa e costruttiva, alcuni temi mirati, onde evitare di fare ragionamenti generici, con l’obiettivo di avere risposte precise da parte della direzione di USL Umbria 2.
“In particolar modo – spiegano ancora i sindacati – nell’incontro è stato chiesto un aggiornamento sulla situazione delle liste d’attesa e sulle misure organizzative e tecniche utili ad abbatterle e ad accorciare i tempi per usufruire di prestazioni sanitarie, riducendo al contempo la mobilità regionale dei pazienti. È stato inoltre chiesto di fare chiarezza rispetto ai progetti sugli ospedali e sulle case della salute nei territori di Narni-Amelia, Orvieto e Terni”.
Su questi precisi temi la direzione di USL Umbria 2 ha ufficialmente affermato, redigendo anche un verbale di riunione, che ad oggi le persone prese in carico e in attesa di prestazioni sanitarie sono circa 21mila. La Usl ha spiegato che si tratta di un dato in diminuzione rispetto a giugno 2021 e che comunque si stanno mettendo in campo ulteriori protocolli di intesa con le aziende ospedaliere, convenzioni con enti accreditati e investimenti in tecnologie e personale per poter rispondere in modo più rapido alle richieste di prestazioni.
Da parte loro, i sindacati hanno ribadito ed evidenziato che le scelte devono essere orientate sempre di più verso un “potenziamento del servizio pubblico sia in termini di strutture che di tecnologie e soprattutto di personale”. “Tale scelta – spiegano Cgil, Cisl e Uil di Terni – deve essere fatta, a nostro avviso, sia per rispondere ai problemi strutturali che la pandemia ha evidenziato, ma anche per utilizzare al meglio, su questo territorio, le ingenti risorse che a partire dal PNRR sono previste per il potenziamento della sanità pubblica”.
Relativamente al nuovo ospedale di Narni-Amelia, il direttore ha affermato che sono stati deliberati da parte della Regione Umbria i fondi necessari per la sua realizzazione e che ad oggi si stanno definendo i dettagli tecnici progettuali per andare alla costruzione del nuovo ospedale. Nella fase transitoria, che porterà all’operatività del nuovo ospedale, comunque sono destinate risorse per la messa a norma dei nosocomi attualmente operativi sia di Narni che di Amelia, mantenendo prestazioni e funzionalità sanitarie: a Narni sulla riabilitazione motoria, ad Amelia su quella cardiologica.
Cgil, Cisl e Uil sottolineando l’obiettivo raggiunto, anche attraverso la proposta e mobilitazione del sindacato, hanno chiesto tempi certi per l’avvio dei lavori per la nuova costruzione e anche chiarimenti tecnici, sia rispetto alla viabilità necessaria per collegare logisticamente il nuovo ospedale con il territorio, sia rispetto alle opere di sbancamento.
Sulla questione delle case della salute o case di comunità è stato esplicitamente affermato dalla direzione della Usl che due saranno previste nel territorio orvietano, di cui una a Fabro ed una ad Orvieto (qui la sede più idonea, secondo i sindacati, è quella dell’ex ospedale in piazza Duomo). Per quanto riguarda invece il territorio di Narni-Amelia anche qui la Usl prevede l’attivazione di due case di comunità, una per comune.
A domanda specifica da parte delle delegazione sindacale relativamente alla gestione delle 4 case di comunità è stato risposto che saranno gestite esclusivamente dal pubblico e nello specifico direttamente dalla Usl Umbria 2.
Cgil, Cisl e Uil hanno comunque tenuto a precisare che, ferma restando la gestione pubblica delle strutture, è importante definire, attraverso un percorso di partecipazione e condivisione, i servizi presenti per favorire una medicina territoriale rispondente ai bisogni e alle necessita della comunità.
Infine, per quanto riguarda il personale sanitario, con particolare attenzione alla situazione dell’ospedale di Orvieto, alla delegazione sindacale è stato comunicato che si sta procedendo a concorsi ed assunzioni nei settori medici e professionali oggi maggiormente carenti.
“Queste le questioni affrontate nell’incontro – concludono Cgil, Cisl e Uil – che però deve essere solo la prima tappa di un confronto costante, necessario a monitorare gli impegni assunti e proseguire l’approfondimento anche su altre tematiche”. Proprio per questo, nel mese di marzo le parti hanno convenuto di incontrarsi nuovamente, per approfondire le problematiche socio-sanitarie dell’area ternana e capire anche qui i rapporti con azienda ospedaliera, nuova città della salute, case di comunità ed eventuali ospedali di comunità (max 20 posti previsti dal PNRR indirizzati a post cura e riabilitazione).
Cgil, Cisl e Uil ritengono importante il confronto aperto ed intendono insistere nella propria azione di mobilitazione e contrattuale con l’obiettivo – spiegano – di “affermare una sanità pubblica, radicata sul territorio, con una maggior attenzione alla persona attraverso la medicina territoriale e il potenziamento dei medici di medicina generale. Il tutto a tutela della salute e della sicurezza delle persone. Principi che debbono essere sanciti con progetti e azioni concrete pure nel Psr della Regione Umbria”.