La centralità della persona prima di tutto, per questo si rende necessario integrare l’ospedale con il territorio. La Cisl dell’area sindacale territoriale di Terni – Orvieto, il coordinamento politiche socio-sanitarie Cisl Umbria, la categoria dei pensionati, dei medici e della funzione pubblica hanno organizzato per oggi pomeriggio l’incontro “Integrazione Ospedale – Territorio”, una sanità in “rete” per il cittadino.
L’iniziativa, che si è tenuta all’ospedale di Orvieto, è stata presieduta da Luca Castiglione della Cisl Medici e da Flavio Confaloni della Fnp Cisl. Dopo i saluti del sindaco di Orvieto Giuseppe Germani e del coordinatore dell’Area sindacale territoriale di Terni – Orvieto Angelo Manzotti, ad essere stata esposta la relazione introduttiva del coordinatore politiche socio-sanitarie Cisl Umbria Pino Giordano (nella foto). L’evento, che è stato moderato dal segretario generale Fp Cisl Umbria Ubaldo Pascolini, ha visto gli interventi di Michele Belladonna (Fp Cisl Umbria), Massimo Bracaccia (direttore S.C. Medicina H Orvieto), Alessandro Ruina (medico di Medicina Generale), Teresa Manuela Urbani (direttore distretto Orvieto), Rita Valecchi (direttore P.O. Orvieto). Ai lavori è quindi intervenuto il direttore sanitario USLUmbria2 Pietro Manzi.
“Si è superata l’idea che ai bisogni dei cittadini si possa rispondere unicamente dall’interno delle mura di un ospedale, ma la risposta deve arrivare dal territorio considerato nella sua unicità”. Questa la posizione della Cisl che spiega di aver voluto avviare il confronto con i vari soggetti coinvolti proprio ad Orvieto perché “qui si registra uno dei dati più allarmanti in termini di invecchiamento della popolazione”. Elemento, quello demografico, che non può essere considerato una variabile indipendente rispetto alla partita della sanità.
E proprio partendo da un’analisi della contingenza, la Cisl ha fatto riferimento all’importanza della prevenzione, “ciò per tutelare la qualità della vita delle persone, che deve essere considerato un valore inestimabile, ma anche per non appesantire più del dovuto il sistema sanitario e la spesa pubblica, aggravando anche l’irrisolta questione delle liste di attesa”. Tempi lunghi di attesa, che continuano ad essere percepiti dai cittadini come un grave problema, soprattutto da quelle fasce più deboli della società che non si possono permettere alternative al sistema pubblico.
“E’ necessario che il territorio intercetti i reali bisogni e per fare questo è necessario che la riforma sanitaria metta al centro la persona e permetta un dialogo efficace e fattivo tra il settore sanitario e quello sociale”. Nel dire questo la Cisl è convinta che il nuovo piano regionale non debba essere frutto solo di scelte politiche, ma anche di una condivisione di interessi e di partecipazione di tutti quei soggetti che rappresentano la società civile. Anche il sindacato, naturalmente, dovrà continuare a ricoprire un ruolo strategico. Riguardo alla carenza di personale nelle strutture sanitarie, infatti, la Cisl sa che i lavoratori stanno facendo la loro parte, mettendo a disposizione importanti professionalità. “Nel tentativo di continuare a dare un servizio di qualità poi –hanno concluso gli organizzatori- sarebbe opportuno iniziare a utilizzare la strumentazione in modo diverso, pensando ad una riorganizzazione che possa offrire servizi h24, almeno laddove ci sono richieste urgenti e liste di attesa troppo lunghe”.