Preoccupazione sulla campagna vaccinale: sbagliato partire dai meno anziani, va fatto prevalere criterio di rischio ricovero e decesso
Nella foto i segretari generali regionali Maria Rita Paggio (Spi Cgil), Giorgio Menghini (Fnp Cisl) e Francesco Ciurnella (Uilp Uil)
“Se si trattava di sbagliare potevano fare da soli! Non era necessario fare arrivare qualcuno dal Veneto per assistere inermi alla disgregazione della sanità umbra”. La dura denuncia è quella dei sindacati dei pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil Umbria, esasperati e molto preoccupati dall’atteggiamento dell’Assessore alla Salute Luca Coletto che per troppo tempo ha fatto orecchio da mercante riguardo alla richieste di un incontro con le Organizzazioni sindacali per affrontare costruttivamente l’emergenza sanitaria.
L’insufficienza dei servizi erogati e soprattutto la ormai insostenibile carenza di personale sta determinando disagi insopportabili per i cittadini umbri.
“Le sedi sindacali – riferiscono Spi, Fnp e Uilp Umbria – sono letteralmente tempestate di richieste di aiuto da parte di anziani, disabili, persone non autosufficienti e comuni cittadini le cui difficoltà per ottenere l’adempimento di un diritto essenziale come quello di farsi curare sembra sfuggire all’assessorato alla salute. Certo è che Coletto, non ha valutato bene quale importanza abbia il confronto con i corpi sociali intermedi, farebbe bene ad ascoltare i sindacati umbri che potrebbero magari aiutarlo a intraprendere la strada giusta”.
Sui vaccini agli ultra ottantenni, ad esempio, i sindacati pensionati ritengono sbagliata e pericolosa la scelta di partire dai più giovani anziché – come avviene nelle altre regioni – dai più anziani o secondo le indicazioni di priorità dei medici di famiglia. “Il principio da seguire dovrebbe essere quello del maggior rischio di ricovero e di decesso, per fermare la spirale di morti che sta cancellando un’intera generazione – affermano Spi, Fnp e Uilp – Invece si fa prevalere un criterio legato alla mobilità delle persone, che in questo momento, francamente, non è comprensibile”.
Anche sull’ubicazione dei punti di vaccinazione i sindacati chiedono rassicurazioni. “Sarà necessario che i luoghi scelti siano accessibili, soprattutto per le persone anziane – affermano i sindacati – anche per evitare di ingolfare il sistema di vaccinazione a domicilio per chi non è in grado di muoversi autonomamente”.
“Ci preoccupano inoltre – fanno sapere i segretari generali regionali Maria Rita Paggio (Spi Cgil), Giorgio Menghini (Fnp Cisl) e Francesco Ciurnella (Uilp Uil) – le situazioni critiche che permangono e che non hanno direttamente a che fare con il Covid-19: basti pensare a chi necessita di cure oncologiche e alla chiusura nell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia degli ambulatori”. L’allarme lanciato dalle sigle dei pensionati si unisce a quanto già ribadito nel corso della conferenza stampa confederale di Cgil, Cisl e Uil Umbria che si è tenuta sabato scorso e che ha messo in evidenza le criticità riguardanti l’istruzione, i trasporti ma anche e soprattutto la sanità.
“Le scelte dell’assessorato regionale – proseguono Paggio, Menghini e Ciurnella -, in questi lunghi mesi di Covid-19, non solo non sono state condivise con la categoria dei pensionati, ma non sono state nemmeno funzionali alla prevenzione di una pandemia che ci ha imposto ancora una volta la zona rossa nella provincia di Perugia e in sei comuni del ternano. Questa situazione ci preoccupa soprattutto alla luce dell’ospedale da campo donato e sito nella città capoluogo ma che non siamo stati ancora in grado di utilizzare a causa della mancanza di personale. Le assunzioni – precisano -, come richiesto in più occasioni anche dal sindacato, non sono ancora state fatte e il personale specializzato in cerca di lavoro, invece che trovare opportunità in Umbria si è dovuto spostare in altre regioni”.
La critica delle categorie dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil Umbria si rivolge anche alla medicina territoriale. “In una situazione come quella che stiamo vivendo – spiegano- sarebbe stato auspicabile trovare risposte dal proprio territorio, evitando il più possibile gli spostamenti in strutture di grandi dimensioni. Anche per questo si pone come prioritaria la questione della sicurezza del personale, anche attraverso un piano immediato di vaccinazione, per tutelare i lavoratori ma anche i pazienti e la comunità tutta. Per anni la sanità umbra è stata considerata un’eccellenza – concludono Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil Umbria – e per ritornare a un’efficienza riconosciuta a livello nazionale dobbiamo dare risposte concrete alle esigenze umbre e a quelle dei territori che la costituiscono”.