Decreto Cura Italia, Fai Cisl Umbria: “Ci vogliono più risorse”

by CISL LDS

Con l’approvazione del Decreto Cura Italia per fronteggiare l’emergenza Covid-19 anche i lavoratori umbri del settore stagionale agricolo – e quelli del turismo, dello spettacolo, partite iva e lavoratori co.co.co- si potranno veder riconosciuto un premio di 600 euro. “Per quello che riguarda i lavoratori agricoli – spiega Dario Bruschi, segretario generale regionale Fai Cisl Umbria- questo Decreto interessa tutti gli stagionali che hanno almeno 50 giornate lavorate nell’anno 2019. Per questo proponiamo che le domande dei lavoratori possano essere presentate per via telematica d’ufficio a livello nazionale”. 

“Non sarebbe stato giusto – aggiunge Bruschi- che, come previsto inizialmente dal Click Day (che ad ora sembrerebbe superato), alcune persone fossero rimaste escluse a causa delle modalità previste: nella peggiore delle ipotesi, lavoratori in quarantena o in difficoltà proprio a causa del Covid-19”. 

Per la Fai Cisl Umbria rimane comunque la questione del tetto complessivo di 395 milioni di euro. “Si tratta di un risultato importante ma, riguardando più categorie, non è sufficiente a coprire le necessità dei lavoratori impegnati in agricoltura e di tutti gli altri previsti, coinvolti da questa emergenza. Chiediamo,  quindi – conclude il segretario- l’ampliamento di queste risorse fino a garantire tutti lavoratori che ne facciano richiesta”.

Fai Cisl Umbria

Coronavirus: l’appello dei sindacati dei pensionati dell’Umbria, aumentare i controlli per proteggere la popolazione anziana

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Nella foto il segretario generale regionale Fnp Cisl Umbria Giorgio Menghini

“Vogliamo esprimere la nostra profonda preoccupazione per l’ancora insufficiente adesione della popolazione alle norme previste dal DPCM 11 marzo 2020”: è quanto si legge nella lettera che i sindacati delle pensionate e dei pensionati umbri, Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil, hanno indirizzato ai prefetti di Perugia e Terni, Claudio Sgaraglia e Emilio Dario Sensi, chiedendo ai due rappresentanti del governo “l’adozione di tutte le misure necessarie a garantire il rispetto del suddetto decreto con un allargamento dei controlli che ci appare indispensabile”.
I sindacati di pensionate e pensionati sottolineano infatti “i gravi risvolti” che l’emergenza sanitaria ha sulla popolazione anziana “sia in termini di malati che, purtroppo, in termini di vittime”. Da qui l’assoluta esigenza di proteggere in particolare questa fetta di popolazione, particolarmente consistente nella nostra regione, attraverso l’unico strumento concreto di contenimento del contagio disponibile: il distanziamento sociale.
Alle nostre iscritte e ai nostri iscritti rinnoviamo l’appello accorato a fare la propria parte – concludono Spi, Fnp e Uilp – Dobbiamo assolutamente attenerci alle indicazioni che sono state fornite in queste ore dalle autorità, anche se richiedono dei sacrifici. Lo dobbiamo a noi stessi, che siamo la parte più esposta della popolazione, e lo dobbiamo a tutto il Paese”.

Coronavirus: Cgil, Cisl e Uil Umbria, numerosissime violazioni nei luoghi di lavoro. Fermare la produzione

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I segretari generali regionali di Cgil, Cisl e Uil (Vincenzo Sgalla, Angelo Manzotti, Claudio Bendini)

“Numerosissimi casi di violazioni” delle norme sottoscritte dalle parti per il contrasto alla diffusione del Coronavirus nei luoghi di lavoro. Le denunciano oggi Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria, in una lettera indirizzata alle associazioni datoriali e ai prefetti di Perugia e Terni. I sindacati parlano di “indisponibilità delle mascherine, mancato rispetto delle distanze di sicurezza, ambienti non sanificati e turni a pieno regime”.

“Di fronte a questa gravissima situazione – scrivono i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria, Vincenzo Sgalla, Angelo Manzotti e Claudio Bendini – vi chiediamo di intervenire immediatamente presso le aziende associate per bloccare la produzione laddove si riscontrano queste gravi incongruenze. Verificheremo il vostro intervento e, qualora non riscontrassimo un effettivo ed immediato adeguamento, vi preannunciano una nostra iniziativa, per il rispetto delle intese raggiunte a livello nazionale”, aggiungono i tre segretari.

Per Cgil, Cisl e Uil se da un lato è fondamentale garantire la tenuta economica del Paese, dall’altro ciò non può avvenire a scapito della salute dei lavoratori. “La salute e la sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici, cosi come quella di tutta la comunità, debbono venire prima di tutto in ogni realtà produttiva – concludono Sgalla, Manzotti e Bendini – Chiediamo ai prefetti, al presidente della Regione, ai sindaci e a tutti gli organi competenti, a partire dai servizi di prevenzione e sicurezza, di farsi garanti della salute dei lavoratori umbri. Se la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro non dovesse essere garantita ricorreremo a tutte le iniziative di mobilitazione necessarie, incluso lo sciopero”.

Gli uffici della Cisl Umbria sono aperti. Invitiamo a prendere un appuntamento.

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Gli uffici della Cisl Umbria sono aperti

Per motivi di sicurezza invitiamo a prendere un appuntamento per evitare affollamenti nelle nostre sedi

«Abbiamo deciso di tenere aperti i nostri uffici anche in questo particolare momento perché sentiamo il dovere di stare vicino ai lavoratori e pensionati anche in una situazione di emergenza come quella che stiamo vivendo»: a scriverlo in un tweet, il segretario generale Cisl Umbria, Angelo Manzotti

8 Marzo. Furlan: “Grazie a tutte le donne che con coraggio e responsabilità sono in prima linea per combattere il coronavirus”

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“Oggi è un 8 marzo diverso nel nostro paese ed in tutto il mondo, senza cortei e manifestazioni, a causa delle restrizioni per contenere la diffusione del coronavirus. Tante donne sono in prima linea, in queste giornate difficili, con grande coraggio, determinazione e senso di responsabilità, per curare ed assistere le persone contagiate. A queste lavoratrici, a tutti i medici, al personale sanitario, alle ricercatrici, va oggi il nostro primo pensiero, la nostra gratitudine ed un ringraziamento collettivo”.

Così la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan dalle pagine de “Il Secolo XIX” in occasione della Giornata internazionale della donna le cui celebrazioni che prevedevano una iniziativa unitaria per il  6 Marzo scorso, sono state sospese da Cgil, Cisl, Uil,  per il delicato momento che sta vivendo il Paese e per le direttive del Governo e delle Regioni  che il sindacato ha fatto ‘proprie’.

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La Cisl Fp Umbria chiede ai capi degli uffici giudiziari quali tutele saranno assunte per la sicurezza dei lavoratori e degli utenti

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Mentre il Governo emana un decreto in cui vengono vietati congressi, riunioni, convegni, meeting ed eventi sociali di qualsiasi genere, ove non sia possibile il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale, negli uffici giudiziari dell’Umbria, a differenza di altre realtà, si continua ad operare con le stesse modalità di sempre.

La Cisl Fp Umbria punta l’attenzione sulla sicurezza negli uffici giudiziari. “In questa fase di emergenza causata dal Coronavirus – afferma la categoria del pubblico impiego umbro della Cisl- la stragrande maggioranza degli uffici nella nostra regione non dispone di vetri separatori tra utenza e personale dipendente, non risulta che siano state fatte ad oggi pulizie straordinarie e sanificazioni dei locali ed i presidi sanitari forniti sono assolutamente insufficienti. Inoltre – prosegue- le udienze continuano a svolgersi con le stesse modalità antecedenti all’emergenza, salvo diverse disposizioni dei singoli giudici. Fortunatamente l’organismo congressuale forense ha deliberato l’astensione dalle udienze per quindici giorni. Nel frattempo abbiamo chiesto ai capi degli uffici giudiziari quali siano le misure adottate e quali siano gli intenti futuri per tutelare la sicurezza dei lavoratori e degli utenti durante questa straordinaria emergenza”.

Cisl Fp Umbria

Case popolari: mancano gli alloggi e aumentano i canoni delle fasce più deboli

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Incrementi per 4609 famiglie su 6995. I sindacati: “Un’ingiustizia che avevamo annunciato da tempo. Siamo pronti alla mobilitazione”

“Purtroppo quello che andiamo denunciando da più di un anno si è puntualmente verificato: la riforma dei canoni dell’edilizia residenziale pubblica ha portato ad un aumento degli stessi canoni, in molti casi anche consistente, per oltre 4600 famiglie umbre”. È una forte denuncia quella lanciata stamattina da Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria, insieme ai sindacati regionali degli inquilini, Sunia, Sicet e Uniat, che, in una conferenza stampa, hanno illustrato gli effetti concreti della modifica del regolamento sulle case popolari in Umbria, avversata sin dal primo momento dai sindacati.

“Quando avvertivamo sugli effetti distorsivi che l’introduzione del meccanismo dell’Isee avrebbe avuto sulla determinazione dei canoni – hanno osservato i sindacati – siamo stati quasi derisi, ora però sono arrivate le bollette e sui numeri non si può più scherzare: su 6995 famiglie che vivono negli alloggi di edilizia residenziale pubblica, 4609 hanno avuto un aumento, mentre solo 2386 una piccola diminuzione”. Tra l’altro, hanno spiegato i sindacati degli inquilini, l’aumento è per ora ridotto ad un 15% sul vecchio canone, grazie alla clausola di salvaguardia, ma da qui al 2021 andrà a regime, creando situazioni “drammatiche” nelle quali persone con redditi molto bassi, soprattutto persone sole e anziane, si troveranno a pagare il doppio se non il triplo di prima.

Ma accanto a questo grave problema contingente, per il quale proprio oggi i sindacati invieranno richieste di incontro a tutti i gruppi consiliari della Regione Umbria, c’è una questione più generale e altrettanto grave: la grave mancanza di alloggi che consente attualmente di soddisfare appena il 6-7% delle richieste. Una situazione resa ancora più inaccettabile dalla presenza sul territorio di una grande quantità di alloggi, pubblici e privati, inutilizzati (si calcola che in Umbria possono essere circa 10.000).

Da qui la richiesta che i sindacati, Cgil, Cisl e Uil, hanno inserito in una vera e propria “Piattaforma  regionale per la casa” che intendono portare al confronto con le istituzioni: “Abbiamo bisogno di mettere da parte populismi e strumentalizzazioni politiche e affrontare davvero il problema, che è quello della mancanza di alloggi – hanno detto i segretari delle tre organizzazioni – E farlo partendo da un’azione semplice di monitoraggio dell’esistente, con la creazione di un osservatorio sugli edifici pubblici inutilizzati (compresi quelli sequestrati e confiscati alla malavita organizzata), sulla situazione degli sfratti incolpevoli e più in generale sulle necessità dell’abitare della nostra popolazione”.

Ma se le risposte dovessero continuare a non arrivare, i sindacati sono pronti alla mobilitazione: “Non siamo più intenzionati a subire queste ingiustizie verso le fasce più deboli della popolazione – hanno concluso Cgil, Cisl, Uil e Sunia, Sicet, Uniat – per cui, in mancanza dell’apertura di un confronto serio, siamo pronti ad aprire, insieme agli inquilini, una mobilitazione regionale”.