Cinque tavoli di confronto con le organizzazioni sindacali sulle emergenze della sanità umbra: liste d’attesa, territorio e riorganizzazione della rete ospedaliera, convenzione con l’università, cronicità e non autosufficienza, progetti del Pnrr e edilizia sanitaria. È quanto hanno ottenuto i sindacati nel confronto odierno con la presidente della Regione Donatella Tesei, affiancata dall’assessore alla Sanità Luca Coletto, dal capo di Gabinetto, Federico Ricci, e dal direttore regionale della Sanità, Massimo D’Angelo. “Dopo quasi 5 anni, una lunga mobilitazione e in vista della scadenza del mandato – scrivono in una nota Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria – la Regione ha finalmente riconosciuto la necessità di una partecipazione delle forze sociali che finora è clamorosamente mancata. Abbiamo accolto con riserva questa apertura, perché sarà necessario verificare nel concreto le reali intenzioni di cambiare rotta da parte di palazzo Donini”.
I sindacati, nel corso dell’incontro durato oltre 2 ore, hanno sottolineato lo “svuotamento drammatico del sistema sanitario pubblico regionale”, aggravato, secondo i sindacati dalla delibera sulla riorganizzazione della rete ospedaliera, approvata in pieno periodo natalizio. “Un atto che appare essere più teso a dare risposte a problemi di bilancio e razionalizzazione, che alle esigenze degli umbri e che è in contrasto con i principi dello stesso Piano sanitario regionale, presentato e poi lasciato (non a caso) in un cassetto”. Intanto, rimarcano le tre organizzazioni, la delibera “incrementa i posti letto in carico alla sanità privata (convenzionata e non) a discapito di quella pubblica” e questo “nonostante l’utilizzo reale dei posti letto nella sanità pubblica umbra sia intorno al 70% e non al 90 come sostenuto impropriamente nella delibera della Regione”.
“Un dato – sottolineano ancora Cgil, Cisl e Uil – che fa capire come il vero problema non sia la mancanza di posti, ma la disorganizzazione, l’abbassamento della qualità dovuta alle mancate assunzioni e al mancato riconoscimento della professionalità di lavoratrici e lavoratori della sanità, che non a caso continuano a lasciare la nostra regione e a disertare le selezioni di personale”.
Altro dato allarmante, che dovrà essere secondo i sindacati oggetto di confronto, è quello riferito alla mobilità passiva dei pazienti: -11 milioni di euro di saldo nel 2022, dato lontano anni luce dai risultati che l’Umbria conseguiva nel 2017 (+9 milioni).
“Le liste d’attesa, tutt’altro che abbattute (dai portali internet di Usl e aziende ospedaliere risultano oltre 44mila prestazioni da erogare, escludendo quelle chirurgiche), sono lo specchio di un sistema che non funziona e contribuisce a questo impoverimento – sottolineano ancora Cgil, Cisl e Uil – Impoverimento che va contrastato attraverso investimenti nelle strutture e nel personale della sanità territoriale, precondizione fondamentale per qualsiasi ipotesi di riorganizzazione ospedaliera, a partire dal cosiddetto Terzo Polo”. Secondo i sindacati, infatti, senza un territorio organizzato, gli ospedali vanno inevitabilmente sotto pressione, “con il risultato di pronto soccorso sovraccarichi e barelle nei corridoi”.
Altre questioni poste dalle organizzazioni sindacali sono quella della mancanza di chiarezza sull’accordo con l’Università; sui progetti di edilizia sanitaria (in particolare ospedale di Terni e Narni-Amelia); sulla permanenza di 2 Dea di II livello (Perugia e Terni); su Case ed Ospedali di comunità (con quale personale?); e sulla grande sfida delle cronicità”. Tutte questioni che, come chiesto da Cgil, Cisl e Uil, saranno oggetto dell’annunciato confronto nelle prossime settimane.
Perugia, 15 gennaio 2024