Questa mattina, 17 febbraio 2024, la Cisl Umbria ha partecipato alla manifestazione di Asu – Associazione stampa umbra e dell’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria per ribadire l’importanza della libertà di informazione. Da Perugia, da piazza Italia, le dichiarazioni del segretario regionale Cisl Umbria Gianluca Giorgi.
Sicurezza, il segretario generale Filca Cisl Umbria Giuliano Bicchieraro si rivolge alle associazioni e alle istituzioni
Forse è il caso che dalle parole si passi ai fatti, non sappiamo più come dirlo se non scadendo nella retorica, la retorica sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, è sconveniente, non tollerabile perché si ha a che fare con la vita delle persone, la salute, bene indisponibile delle persone solo da tutelare non da mettere a rischio ogni volta che ci si reca in un luogo di lavoro. E’ ormai retorico indignarsi a mezzo stampa, rendiamo conto della nostra ennesima delusione per il mancato funzionamento dell’apparato di sistema che la vita e la salute nei luoghi di lavoro dovrebbe tutelare. La retorica interviene quando con sufficienza trattiamo la questione. Quando una legge consona e tra le più evolute d’Europa non viene rispettata, o addirittura neppure applicata, dato confermato dalle statistiche dell’ispettorato del lavoro che ci raccontano una realtà drammatica rispetto ai controlli, quei pochi che riescono a fare, non certo per mancanza di volontà ma per mancanza di personale, in cui emerge che per esempio, nell’ambito della vigilanza “110 in sicurezza 2023” (fonte ministero del lavoro) promossa e coordinata dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro, un’operazione straordinaria di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori e di contrasto al sommerso nel settore dell’edilizia, che ha interessato tutto il territorio nazionale. La giornata di vigilanza straordinaria ha visto la partecipazione di ispettori del lavoro (541 ordinari e 177 tecnici) e dei carabinieri dei Nuclei Ispettorato Lavoro, supportati da militari dei Comandi provinciali dell’Arma dei Carabinieri per un totale di 634 militari impiegati (di cui 350 del Comando per la tutela del lavoro). Alle operazioni hanno preso parte anche personale ispettivo di ASL, INAIL e INPS. Oltre l’80% dei 334 cantieri ispezionati sono risultati irregolari con un sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p. già convalidato; sono stati adottati 166 provvedimenti di sospensione delle attività d’impresa, di cui 110 per gravi violazioni in materia di sicurezza e 56 per lavoro nero. In materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro sono state contestate violazioni riconducibili principalmente al rischio di caduta dall’alto, irregolarità dei ponteggi, rischio elettrico, all’omessa fornitura e utilizzo dei DPI (dispositivi di protezione individuale), alla organizzazione e viabilità inadeguata dei cantieri oltre che alla mancata protezione da investimento per caduta di materiali dall’alto. Numerose le omissioni riguardanti la sorveglianza sanitaria dei lavoratori, la formazione e informazione dei lavoratori, la redazione del DVR (documento valutazione rischi), del POS (piano operativo di sicurezza) e del Pi.M.U.S (piano di montaggio, uso e smontaggio dei ponteggi). L’attività ispettiva ha evidenziato una rilevante presenza di lavoratori a nero nei cantieri edili (116), con residuali ipotesi di indebita percezione del reddito di cittadinanza; accertate, altresì, casi di somministrazione illecita e distacchi non genuini, utilizzo di prestazioni lavorative da parte di pseudo artigiani, violazione in materia di orario di lavoro, omessa registrazione di ore di lavoro e omissione contributiva e mancata iscrizione alla Cassa Edile (94 aziende non iscritte). Nella nostra regione i dati non sono molto diversi e nelle ultime settimane sembra esserci una recrudescenza del fenomeno infortunistico e purtroppo delle morti soprattutto nei cantieri. I dati sono incontrovertibili, non interpretabili, se non in un modo, basta infortuni, basta morti. Le associazioni datoriali battano un colpo, in qualità di rappresentanti delle aziende hanno una responsabilità diretta nel pretendere regolarità e rispetto delle leggi dalle stesse. Le istituzioni battano un colpo anche in virtù del fatto che sempre di più, una parte di queste, saranno chiamate ad essere anche responsabili dirette della sicurezza in qualità di stazioni appaltanti. Abbiamo progetti già sperimentati elaborati dalla nostra bilateralità, che devono essere messi in campo perché funzionano. Le risorse per la sicurezza non dovrebbero mai mancare perché devono far parte dei piani di gestione e organizzazione del lavoro soprattutto nei cantieri. La sicurezza non è mai un costo quando salva le persone, ma è sicuramente un investimento lo è anche per rendere più attrattivo dell’intero settore. Nessuno vorrà avvicinarsi ad un lavoro che può mettere a repentaglio la propria salute se non la vita stessa. Registriamo una scarsa volontà di risolvere il problema, per questo non vorrei ci dovessimo trovare a discutere di provvedimenti estremi, perché il problema è diventato estremo già da diverso tempo.
Giuliano Bicchieraro
Segretario Generale Filca Cisl Umbria
Perugia, 16 febbraio 2024
Rinnovato il contratto della cooperazione sociale, adesso servono le risorse da parte della Regione, delle USL e dei Comuni
Le organizzazioni sindacali e le centrali cooperative che costituiscono il Comitato misto paritetico della Cooperazione sociale Umbra – per Legacoop sociali Andrea Bernardoni; per Confcooperative Federsolidarietà Roberta Veltrini; per AGCI Imprese Sociali Gianfranco Piombaroli; per Fp Cgil Anna Magnani; Fisascat Cisl Valerio Natili; per Fp Cisl Marcello Romeggini; per UilFpl Monica Di Angelo; per Uiltucs Nicola Cassieri – hanno sottolineato in una conferenza stampa unitaria l’importanza di questo rinnovo, che qualifica il lavoro sociale e, a partire dal mese di febbraio, produce un incremento significativo delle buste paga di lavoratrici e lavoratori, erose dall’inflazione.
Il nuovo contratto ha un importante impatto anche sui bilanci delle cooperative. Dal mese di febbraio il costo del lavoro cresce del 4%, a regime aumenterà di oltre 13 punti percentuali. Questo significa che le cooperative sociali dell’Umbria registreranno un incremento dei costi nel solo 2024 di 10 milioni di euro che a regime, a fine 2025, salirà a 25 milioni di euro.
Considerando che in Umbria il 90% dei ricavi delle cooperative sociali deriva dalla domanda pubblica, sindacati e cooperazione hanno lanciato un appello a Regione, USL, Comuni e Prefetture: “Serve un tempestivo adeguamento delle tariffe dei servizi sociosanitari accreditati da parte della Regione Umbria e dei contratti in essere tra amministrazioni pubbliche e cooperative. Senza le risorse della Regione, delle USL e dei Comuni il comparto della cooperazione sociale andrà in crisi e sarà impossibile mantenere sia gli attuali livelli dei servizi che i livelli occupazionali”. È per questa ragione che sindacati e cooperazione hanno annunciato che la prossima settimana scriveranno a tutte le stazioni appaltanti pubbliche, invitandole ad adeguare, rapidamente e senza indugio, i contratti in essere.
“Il rinnovo di un contratto nazionale è un passaggio fondamentale e doveroso e ovviamente ha un peso non indifferente in un settore ad alta intensità di manodopera. Adesso – concludono i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e delle centrali cooperative – abbiamo fiducia nelle istituzioni, che dovranno fare la loro parte, proprio per valorizzare il punto di avanzamento raggiunto dalla contrattazione e per garantire almeno l’attuale livello di servizi pubblici essenziali e di occupazione, per salvaguardare la loro qualità e sicurezza. Il Comitato misto paritetico ha incontrato ANCI Umbria ed ha registrato apertura e disponibilità ad accogliere le nostre esigenze. Ha anche richiesto un incontro alla Giunta Regionale con la certezza di trovare un interlocutore attento alle esigenze dei lavoratori del sociale. Siamo fiduciosi anche perché nei prossimi giorni sarà in discussione in consiglio regionale una legge bipartisan dal titolo “Qualità del lavoro e dei servizi alla persona”, che indica con chiarezza la direzione che la Regione Umbria, dopo la pandemia, ha scelto di intraprendere”.
Cooperazione sociale, Fisascat Cisl e Cisl Fp Umbria: “Adeguamento delle tariffe regionali”.
Nel servizio e dichiarazioni del segretario generale Fisascat Umbria Valerio Natili, del segretario generale Cisl Fp Umbria Marcello Romeggini e della componente del Dipartimento Terzo Settore della Cisl Fp Umbria Margherita Tondini.
Decreto Flussi, il presidente regionale Anolf Amahdar Abdelillah: “Il numero complessivo degli ingressi consentiti sembra molto basso rispetto alle richieste occupazionali”
“Il numero complessivo degli ingressi consentiti sembra molto basso rispetto alle richieste dei vari territori, in quanto la ripartizione sostanzialmente permette l’ingresso a pochi lavoratori”. E’ il presidente dell’Anolf Cisl Umbria Amahdar Abdelillah ad intervenire sul Decreto Flussi e, fotografando la situazione provinciale, regionale e nazionale nel 2022, a sottolineare come la selezione del personale comunitario ed extra europeo sia difficoltosa. “Ciò lo riscontriamo da una convergenza non agevole tra nazionalità autorizzabili, settore ammesso, tipologia contrattuale consentita, reperibilità presso i centri per l’impiego territorialmente competenti di profili rispondenti alle caratteristiche richieste dal datore di lavoro, idonei e disponibili”. Il presidente, prosegue sulla complessità della questione: “L’attivazione dell’iter autorizzativo è rimessa ad un click day, atteso per le richieste – superiori di gran lunga alle quote –, consentito a partire dalle ore 9.00 del sessantesimo giorno successivo alla pubblicazione del DPCM ed esaurite in ordine cronologico. In tal senso – commenta – viene privilegiata la tempestività dell’inoltro dell’istanza, piuttosto che l’effettiva esigenza di inserimento”.
Il presidente regionale dell’Anolf parte dall’analisi della contingenza al 1° gennaio 2022. “In quella data in Umbria – afferma – si registravano 89.663 stranieri che rappresentano il 10,4% della popolazione residente. La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dalla Romania con il 25,4% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dall’Albania (13,0%) e dal Marocco (10,5%). Entrando nel merito delle provincie, in quella di Perugia sono 30.890 maschi e 37.405 sono femmine, mentre in quella di Terni sono 9.553 maschi e 11.815 femmine”. In Italia, i cittadini provenienti dall’Europa e da fuori Europa sono 5.050 milioni: 8,6 % della popolazione italiana (con un aumento dello 0,4% rispetto al 2022). “I cittadini provenienti dalla comunità europea – aggiunge – sono 3,6 milioni (meno 344 mila rispetto al 2022) e i cittadini non comunitari sono + 188 mila rispetto al 2022. Nel 2022, il tasso di occupazione complessiva di questi è di 64,2% e, nonostante la crescita più intensa, risulta ancora inferiore a quello riguardante gli autoctoni (64,9%). Le tre principali provenienze sono Marocco, Albania e Cina”.
Anolf Umbria
Città di Castello, 14 febbraio 2024
Rivedi l’intervista al presidente Anolf Umbria Amahdar Abdelillah nel servizio Trg Media del 14 febbraio 2024:
Cooperazione sociale in Umbria: la conferenza stampa del Comitato paritetico regionale
Venerdì 16 febbraio, alle ore 10.30, presso la sala della Partecipazione di Palazzo Cesaroni (Consiglio regionale) si terrà una conferenza stampa del Comitato paritetico regionale umbro della cooperazione sociale, composto da Cgil, Cisl e Uil e centrali cooperative, per illustrare la situazione della cooperazione sociale dell’Umbria, comparto in cui lavorano 9.500 persone, alla luce dell’approvazione del nuovo contratto nazionale di lavoro che richiede un immediato adeguamento delle tariffe regionali e dei contratti in essere tra cooperative ed amministrazioni pubbliche. Il tutto, a ridosso della discussione in consiglio regionale della nuova legge sugli appalti nei servizi alla persona.
Alla conferenza stampa interverranno i rappresentanti di Fp Cgil, Fp e Fisascat Cisl, Uiltucs e Uil Fpl, Legacoopsociali, Confcooperative Federsolidarietà, Agci imprese sociali.
Stabilimento Fbm Spa di Bevagna: la Filca Cisl Umbria si conferma primo sindacato
La Filca Cisl Umbria si conferma primo sindacato nello stabilimento FBM Spa di Bevagna eleggendo due Rsu e la Rls.
“Siamo pienamente soddisfatti del risultato ottenuto – sottolinea Emauele Petrini, segretario generale aggiunto Filca Cisl Umbria – che sta a significare il riconoscimento da parte dei lavoratori per il lavoro svolto in questi ultimi anni. Scelte prese con responsabilità e rispetto di chi noi rappresentiamo, lavorando in squadra in un modello partecipativo ed inclusivo. Questo risultato sarà da stimolo per portare avanti il lavoro iniziato per affrontare insieme le sfide che il mercato e la produzione ci metteranno di fronte, mettendo sempre al centro il lavoro e la persona. Vogliamo ringraziare tutti i lavoratori che hanno votato la Filca Cisl e augurare un buon lavoro ai nostri rappresentanti Bacchettoni Gianni e Ricci Leonardo“.
Perugia, 9 febbraio 2024
Riqualificazione ex Fcu: un valore aggiunto per il trasporto ferroviario. La Fit Cisl Umbria: “Per la Omcl Foligno il giusto riconoscimento”
La visita del Ministro dei Trasporti all’impianto di manutenzione ciclica locomotive (OMCL) Trenitalia di Foligno in occasione dell’avvio dei lavori di riqualificazione della tratta ex FCU Perugia Ponte S. Giovanni – Terni, al netto di altre valutazioni relative al periodo di campagna elettorale, rappresenta il giusto riconoscimento ai risultati fino ad ora ottenuti dall’impianto manutentivo folignate. I dati produttivi dell’OMCL di Foligno infatti, sono i migliori tra gli impianti di manutenzione nazionali e del tutto competitivi con l’industria privata del settore. A testimoniare tale circostanza c’è la scelta della Regione Umbria che in quanto proprietaria dei 4 Minuetti, ha optato per far fare manutenzione straordinaria alla stessa OMCL di Foligno dopo aver constatato che i preventivi offerti tra quest’ultima e l’azienda privata erano del tutto analoghi. Scelta giusta quella operata dalla Regione Umbria che in tal modo ha riversato sul territorio umbro lavoro altamente specializzato. La visita del Ministro dei trasporti quindi, suggella la posizione strategica dell’OMCL in ambito manutentivo della flotta Trenitalia. Posizione raggiunta grazie all’impegno e alle capacità di tutti i lavoratori dell’impianto. Il merito inoltre, spetta anche a questa sigla sindacale maggiormente rappresentativa in impianto e alle altre OS regionali che hanno saputo valorizzare gli sforzi dei lavoratori con accordi sindacali mirati alla produttività e al raggiungimento degli obiettivi aziendali. Tutto ciò in cambio di un turn over occupazionale ininterrotto e di investimenti. Tra gli investimenti non possiamo non citare il prossimo avvio della gara per l’assegnazione dei lavori di riqualificazione del layout dell’OMCL per un valore pari a 48 mln di euro. Una riqualificazione dell’impianto che renderà capace l’OMCL di fare manutenzione anche su treni bloccati come i POP e i JAZZ. Con questo panorama la FIT CISL Umbria continuerà nel suo percorso sindacale basato sulla vera partecipazione continuando però, a rivendicare un maggior sforzo da parte di Trenitalia per quanto concerne le assunzioni. Secondo noi infatti, è necessario portare i diretti di produzione ad almeno 315 unità (attualmente sono attestati a circa 280). Mancherebbero quindi, al netto del turn over, circa 35 assunzioni.
Per quanto concerne la riqualificazione della rete ex FCU non possiamo che manifestare tutto il nostro favore. La prossima apertura della linea secondo gli standard più elevati di sicurezza (ci auspichiamo entro i tempi previsti dal PNRR) non rappresenta solo un recupero importante di un patrimonio di tutti ma un vero e proprio passo avanti per il TPL ferroviario umbro e per lo sviluppo della rete ferroviaria nazionale. Tale opera inoltre, se portata a compimento, garantirà al TPL ferroviario umbro di essere gestito da un unico operatore che la Regione ha già individuato con la recente integrazione del contratto di servizio, in Trenitalia. Un unico operatore che garantirà miglioramenti per i lavoratori coinvolti (a tutti sarà applicato il CCNL del Gruppo FS), miglioramenti dei servizi (tramite l’uso di materiale rotabile a trazione elettrica e non più diesel) ed investimenti.
Le Istituzioni locali e non, hanno quindi dimostrato attenzione sui temi relativi al trasporto ferroviario umbro ed a quelli dell’OMCL di Foligno. Le stesse Istituzioni però, devono ora riflettere sulla questione della privatizzazione del Gruppo FS. La FIT CISL è nettamente contraria a tale ipotesi poiché i dati produttivi, i bilanci e gli stessi servizi (come testimoniato anche in Umbria) non giustificano una tale necessità.
Fabio Ciancabilla
Segretario regionale Fit Cisl Umbria
Perugia; lì 08/02/2024
Cento candeline per Celestino Castagnoli. La Cisl Umbria lo ringrazia per il suo impegno nel settore agricolo
UNA TESSERA SINDACALE DATATA 2 FEBBRAIO 1950 E UNA STORIA LUNGA UN SECOLO: LA CISL UMBRIA FA GLI AUGURI A CELESTINO CASTAGNOLI
Una tessera sindacale datata 2 febbraio 1950 e una storia lunga un secolo. E’ quella di Celestino Castagnoli che il 9 febbraio 2024 soffierà su cento candeline. La Cisl Umbria gli farà gli auguri donandogli una targa nella quale sarà ricordato l’impegno profuso da uno dei fondatori dell’organizzazione in Umbria. Una storia che parte dall’Alto Tevere, da Umbertide, dal mondo agricolo per arrivare poi all’impegno confederale, come segretario di zona, e poi presidente regionale dell’Unione generale coltivatori (Ugc) con incarichi anche a livello nazionale.
A ricordarlo lo stesso segretario generale Cisl Umbria Angelo Manzotti: “Ero appena arrivato in Cisl quando conobbi Castagnoli – racconta – ed ho avuto la fortuna di poter imparare molto da quella generazione di sindacalisti che militavano nel settore agricolo. Di Castagnoli ricordo tante, tantissime cose, e l’impegno. Uno tra tutti: il sostegno alla legge 203/1982, quella che accompagnò i mezzadri a diventare affittuari dei terreni nei quali lavoravano. E’ grazie a questa normativa – spiega Manzotti – che molti di loro si sono visti valorizzare le proprie spiccate capacità professionali e sono riusciti a coronare il sogno di una vita: quello di avere un’abitazione di proprietà. La Cisl – conclude il segretario – lo ricorda per aver sostenuto e portato avanti tante vertenze in prevalenza nel settore agricolo”.
Cisl Umbria
Perugia, 8 febbraio 2024
Terni, il segretario regionale Cisl Umbria Riccardo Marcelli sulla vertenza del magnetico
Terni. La vertenza del magnetico 20 anni dopo: dai trentamila in piazza ai nodi irrisolti.
L’intervento del segretario regionale Cisl Umbria e coordinatore per la Cisl dell’Area Sindacale Territoriale Terni – Orvieto Riccardo Marcelli (nella foto) è stato pubblicato da Il Messaggero il 4 febbraio 2024.
Rileggilo: https://www.ilmessaggero.it/umbria/il_magnetico_20_anni_dopo_vertenze_nodi_irrisolti-7913400.html
Sanità in Umbria, la Cisl: “Stop campanilismi, serve una svolta coraggiosa”
Il sindacato propone una riorganizzazione generale, con più investimenti, innovazione, assunzioni e stabilizzazioni perché torni attrattiva e capace di rispondere ai bisogni dei cittadini
“Serve una svolta coraggiosa nella sanità umbra, che superi i campanilismi e proponga un nuovo approccio ai bisogni di salute dei cittadini con una generale riorganizzazione dei servizi, nuove assunzioni e stabilizzazioni di personale, più medicina di prossimità, maggiori investimenti su prevenzione, telemedicina e ricerca, ammodernamento delle strumentazioni e riqualificazione di plessi ospedalieri, evitando la frammentazione delle prestazioni e valorizzando qualità e professionalità”. È l’appello lanciato da Cisl Regionale, Cisl Medici e Cisl Funzione pubblica, in una nota firmata rispettivamente da Angelo Manzotti, Riccardo Marcelli, Tullo Ostilio Moschini, Luca Nicola Castiglione, Marcello Romeggini e Luigi Bastianini, in cui la sigla sindacale prende posizione e fa chiarezza su diverse questioni legate all’attuale stato della sanità umbra, auspicando che “possa tornare attrattiva e recuperare la fiducia dei cittadini”.
“In un sistema sanitario colpito e depotenziato da quindici anni di ‘razionalizzazioni’ delle risorse economiche e dei servizi, tradotte in continue riorganizzazioni, riduzione del personale, accorpamenti e tagli di presìdi che hanno inevitabilmente limitato la capacità di risposta ai bisogni di salute dei cittadini – evidenziano – la CISL chiede per l’Umbria una sanità lontana da modelli novecenteschi, basati su conflitto e antagonismo. Una sanità capace di superare rivoluzionare il vecchio modello, focalizzato su cure diffuse in micro ospedali, disegnandone uno nuovo, centrato su salute e prevenzione”.
“Quanto affermato da Tancredi nel Gattopardo ‘…se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi…’ – proseguono i rappresentanti CISL – è purtroppo quanto accaduto in Umbria negli ultimi anni, soprattutto nella sanità. I tanti proclami di cambiamenti e di innovazioni, profusi nel tempo, ci hanno portato in uno stato di reale ‘arretratezza sanitaria’ rispetto soprattutto alle altre Regioni, che invece hanno effettuato anche drastici e dolorosi mutamenti sanitari, pur di non restare al palo o a guardare i bisogni di salute dei propri cittadini, spesso costretti altrove per avere risposte efficaci”.
“Anche in Umbria – continuano – è arrivato il momento di fare scelte importanti, i tempi sono ormai stretti e ci troviamo ad un bivio nella sanità: continuare a subire o provare a cambiare. Uno dei termometri è del ‘valore sanitario’ di una regione è la mobilità sanitaria: se passiva, come attualmente in Umbria, è evidente la mancanza di fiducia da parte dei cittadini. Fiducia che deve essere ritrovata, tramite sinergie comuni per far tornare la sanità umbra ad essere attrattiva e in grado di rispondere ai bisogni delle persone. Dobbiamo evitare la frammentazione delle prestazioni e dei servizi che, invece, devono essere specializzati e ottimizzati in un’unica struttura con elevatissime qualità e professionalità, dove per tutte le patologie vengano garantite risposte immediate e risolutive”.
“Non è più possibile – continuano Manzotti, Marcelli, Moschini, Castiglione, Romeggini e Bastianini – avere tutti i servizi nel piccolo ospedale ‘sotto casa’, ma diventa indispensabile avere dei ‘Centri specializzati regionali’, dove vengano garantite, per ogni specifica patologia, la massima qualità, competenza e affidabilità con professionisti, anch’essi specializzati ed in equipe, in grado di fare numeri e avere numerose casistiche che comportino un’inversione di tendenza, portando a una mobilità attiva. Tale scelta diventa oltretutto obbligatoria dal punto di vista economico: una mobilità passiva comporta che le risorse destinate alla nostra Regione dal SSN vadano a finanziare altre realtà regionali, mentre una mobilità attiva l’esatto contrario e cioè che i nostri bisogni di salute vengano coperti da finanziamenti delle altre Regioni. C’è poi il rischio, a seguito di specifica ricognizione definitiva da parte dello Stato dei debiti accertati, di finire nei piani di rientro e avere un commissario ad acta, situazione che comporterebbe il blocco delle assunzioni in sanità ma, soprattutto, un aumento importante delle tasse a carico di tutti i cittadini umbri”.
“Il terreno perduto – sottolineano dalla CISL – si può però recuperare, sbloccando assunzioni e stabilizzazioni, sviluppando i servizi socio-sanitari, estendendo la medicina di prossimità, rilanciando gli investimenti su telemedicina e ricerca, digitalizzando i servizi, ammodernando strumentazioni e plessi ospedalieri, tentando di puntare a superare, una volta per sempre, gli attuali campanilismi, le disuguaglianze di salute e i divari fra i territori: la Regione è una e solo uniti si può migliorare”.
In conclusione, i referenti della CISL rilevano anche che “è giunto il momento di ridisegnare le relazioni sindacali, assicurando confronti costruttivi e propositivi, seri e affidabili, evitando di utilizzare la sanità in maniera strumentale e propagandistica. Il sindacato con la ‘S’ maiuscola’ non gioca su questi terreni: la Cisl non ha mai fatto promesse irrealizzabili o addirittura non funzionali ai reali bisogni di chi rappresenta, ovvero cittadini e lavoratori, ma forma e informa, analizza con chiarezza e competenza valutando tutte le conseguenze e cercando sempre di dare risposte corrette e utili alla comunità”.
Perugia, 30 gennaio 2024