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I sindacati hanno evidenziato come, di fronte alla pesante diminuzione di reddito che si è determinata in questa fase (basti pensare al numero elevatissimo di lavoratrici e lavoratori interessati dagli ammortizzatori sociali, circa 27mila a livello regionale) anche la leva del fisco locale, a partire da una seria lotta all’evasione (“tema scomparso dal dibattito pubblico”) possa essere importante: “Attualmente – hanno spiegato i segretari di Cgil, Cisl e Uil, Filippo Ciavaglia, Valerio Natili e Claudio Bendini – le addizionali regionali e comunali pesano da un minimo di 155 euro annue a persona nel Comune di Monteleone di Spoleto fino ad un massimo di 436 euro nel Comune di Perugia, cifre non altissime, ma comunque significative soprattutto per i redditi più bassi. Proprio per questo insistiamo nel chiedere che vengano introdotti tetti di esenzione più alti e criteri più stringenti di progressività, soprattutto per quanto riguarda l’addizionale regionale, che è quella che pesa nettamente di più”.
L’altra faccia della medaglia sono i servizi che i Comuni gestiscono e che in questa fase non possono in alcun modo essere indeboliti: “Anche qui – hanno rimarcato Ciavaglia, Natili e Bendini – guardiamo con preoccupazione al fenomeno degli appalti al ribasso, che, per contenere i costi, penalizzano pesantemente in particolare i lavoratori della cooperazione”.
Su questi e su molti altri temi (trasporti locali, ambiente, infrastrutture, etc.) i sindacati chiedono dunque di aprire una stagione di contrattazione territoriale con i Comuni, ma al tempo stesso preparano la mobilitazione: il prossimo 18 settembre Cgil, Cisl e Uil infatti scenderanno in piazza anche in Umbria contro l’immobilismo politico che non lascia intravedere un impegno concreto rispetto alla necessità di operare scelte condivise in grado di cogliere le opportunità che le ingenti risorse europee (recovery fund, Mes, etc.) a disposizione sarebbero in grado di garantire.