“Ecco l’Ateneo che vogliamo”. Letizia Pietrolata confermata Segretario Cisl Università

by CISL MF
“Ecco l’Ateneo che vogliamo”. Letizia Pietrolata confermata Segretario Cisl Università

Letizia Pietrolata è stata confermata segretario regionale della Federazione Cisl Università. Ad eleggerla per acclamazione il 5° congresso svolto ieri a Perugia, alla presenza del segretario regionale Cisl, Angelo Manzotti, con la partecipazione del Magnifico Rettore dell’Università di Perugia, Maurizio Oliviero. Insieme alla Pietrolata, in segreteria anche Francesco Paterna e Marco Renga.

Parlare di Università non può esulare dal contesto – ha detto Letizia Pietrolata – La situazione politica ed economica del nostro Paese è ancora molto critica. Ciò nonostante, il sistema di Università e alta formazione in Umbria ha dato prova di saper mantenere un elevato trend delle iscrizioni e delle nuove immatricolazioni: l’Università degli Studi di Perugia nell’anno accademico 2020/2021 è risultata, secondo i dati pubblicati dall’Osservatorio Talents Venture nel rapporto “Come sono cambiate le scelte degli immatricolati nell’anno della pandemia?”, l’Ateneo che ha ottenuto, in Italia, l’aumento percentuale maggiore del numero degli studenti iscritti al primo anno con un +39% rispetto ai dati dell’anno precedente, davanti alla Liguria che ha registrato un incremento del 25% e della Sicilia con un +13%. Analoga la situazione dell’Università per Stranieri di Perugia che, sempre secondo lo stesso Rapporto nell’a.a. 2020/2021 è risultata il secondo Ateneo italiano per capacità di attrazione di studenti internazionali, e il primo fra quelli pubblici. Il Rapporto evidenzia, infatti, che le Università con più studenti stranieri iscritti per la prima volta ad un corso di laurea rispetto al totale degli immatricolati sono, nell’ordine, la privata Roma Saint Camillus, con una percentuale del 40,7% di cittadini stranieri e poi l’Università per Stranieri di Perugia, con una percentuale del 40%. Risultati raggiunti grazie all’impegno di tutti, docenti e personale tecnico, amministrativo e bibliotecario e CEL che, nel giro di pochissimo tempo, a causa del lockdown, hanno saputo dare le gambe ad una riorganizzazione del lavoro, fino a quel momento sconosciuta ed inimmaginabile, affrontando le difficoltà di una modalità lavorativa del tutto nuova, lo smart-working, e della cosiddetta didattica a distanza con uno spirito di servizio encomiabile dimostrando, altresì, un senso di appartenenza all’Istituzione universitaria certamente di rilievo. Tutto questo continuando, comunque, a subire gli effetti dei mancati rinnovi contrattuali, del blocco degli stipendi e della carriera professionale”.

Nel panorama per il futuro c’è il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, scaduto da più di tre anni, “e che dovrà fungere da regolamentatore del rapporto lavorativo, andando a cercare tutto quello che è un diritto, dal potenziamento del welfare, all’incremento della retribuzione. Fondamentale sarà l’approvazione della legge Verducci, attualmente in parlamento, sul precariato del personale”.

“Quanto alle priorità per il prossimo mandato: “chiediamo la modifica della composizione del consiglio d’amministrazione. Serve la reintroduzione della rappresentanza del personale tecnico, amministrativo, bibliotecario e CEL e la rivalutazione del peso del voto espresso da quest’ultima componente dell’Ateneo per l’elezione del Rettore. Particolare attenzione continuerà ad essere riservata, inoltre, alla questione relativa alla costituzione delle Aziende Integrate di Perugia e Terni e quindi alla definizione dei Protocolli attuativi del Protocollo d’Intesa Regione/Università dell’aprile 2015 per salvaguardare livelli occupazionali e retributivi del personale universitario coinvolto cercando di dare soddisfazione, in particolare, a tutti quei colleghi che da decenni svolgono funzioni assistenziali senza vedersi riconoscere alcuna indennità. La recente approvazione, da parte degli organi di governo dell’ Ateneo, della riorganizzazione delle strutture amministrative dell’Università degli Studi di Perugia, dovrà essere accompagnata da un attento monitoraggio volto ad evidenziare, in sede di attuazione, eventuali criticità al fine di proporre, se necessario, quei correttivi atti a valorizzare la bontà dell’impianto riorganizzativo stesso che mira ad introdurre una nuova e più moderna visione  dell’amministrazione fondata, tra l’altro, sulla valorizzazione delle professionalità del personale”.

Sottolineato anche come Cisl sia “il primo sindacato dell’Università, registrando una stabilità di consensi”.

Nel suo saluto, il Rettore ha sottolineato l’importanza delle Università: “Non siamo un sistema di imboscati e raccomandati come ci vogliono far passare. Il sistema universitario italiano, come tutte le strutture, ha punti di altissima eccellenza ed è capace di formare al meglio i nostri giovani. Raccontare un sistema come il peggiore è ingiusto nei confronti di chi lavora quotidianamente nel settore”. E sull’Ateneo umbro: “Non ho mai parlato di componenti ma di una comunità, nella quale portare avanti una condivisione di processi di cambiamento. Noi abbiamo iniziato con regole per il reclutamento dei professori universitari e con un piano di riorganizzazione che rimette in moto le progressioni, ferme al 2005”.

A chiusura il saluto del segretario regionale Cisl, Angelo Manzotti: “La formazione, per il futuro, ha un ruolo strategico. Serve un progetto e una visione di Umbria per dare il futuro ai nostri giovani e non può essere solo quello di una regione manifatturiera”. 

Cisl Università, la Corte d’appello dice sì al ricorso sulla mancata progressione di alcuni lavoratori: “Quei dipendenti ne avevano diritto”

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Una grande vittoria e il riconoscimento giusto e necessario di un diritto”. Così la segreteria regionale della Cisl Università, in merito alla sentenza della Corte d’Appello, sezione Lavoro, che dà ragione ad un ricorso del sindacato in merito al riconoscimento di un diritto per una quindicina di lavoratori.

Il contenzioso era nato perché nel 2003 alcuni lavoratori dell’Ateneo, assunti a tempo indeterminato nel 2001, erano stato esclusi da una selezione interna per una progressione, mancano il requisito dei tre anni di permanenza nella propria posizione economica. “Attraverso lo strumento della ‘ricostruzione di carriera’ previsto dalla legge 808 del ’77 – prosegue la Cisl Università – tale situazione poteva essere evitata e i lavoratori potevano vedersi riconosciuto il proprio diritto. Ora il tribunale attesta la bontà delle nostre tesi, per le quali ci siamo spesi in questi anni e che continueremo a far valere”.

“Troppo immobilismo, a farne le spese sempre il personale universitario”. Cisl Università su aziende ospedaliero-universitarie

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“Troppo immobilismo, a farne le spese sempre il personale universitario”. Cisl Università su aziende ospedaliero-universitarie

Il territorio dell’Umbria continua ad essere contrassegnata da un pauroso immobilismo, anche sulla costituzione delle aziende ospedaliero-universitarie di Perugia e Terni e per questo, di fronte all’inerzia, torniamo a sottolineare la questione del personale universitario che svolge funzioni assistenziali e che, danni è in attesa di vedere definito e legittimato il proprio status giuridico ed economico”. La segreteria regionale di Cisl Università, di fronte all’accelerazione sulla convenzione tra Regione e Università ha evidenziato, in una lettera inviata al Magnifico Rettore, Maurizio Oliviero, alla presidente della Regione, Donatella Tesei e per conoscenza anche ai direttori generali di Azienda ospedaliera di Perugia e Università di Perugia, le proprie considerazioni di fronte alla “legittimazione dell’esercizio delle funzioni assistenziali da parte del personale universitario in attesa di convenzionamento”.

Che si sia sollevata la questione – scrive la segreteria Cisl Universitàci stupisce e rammarica, perché avvenuto senza darne comunicazione alle organizzazioni sindacali e dunque prescindendo dal coinvolgimento delle rappresentanze dei lavoratori che, invece, avrebbero potuto contribuire fattivamente alla risoluzione delle problematiche sollevate”. Problematiche che hanno radici lontane, essendo trascorsi sette anni dalla sottoscrizione del Protocollo attuativo per la disciplina dei rapporti inerenti il personale universitario in convenzione. Cisl Università ricorda quindi le richieste sul tema presentate nel 2016 alla precedente amministrazione universitaria: “Immediata costituzione di un tavolo sindacale permanente, previsto dal protocollo generale del 2015, per garantire un costante confronto con le organizzazioni sindacali; la firma di un accordo stralcio per il personale al fine di arrivare, in tempi brevissimi, alla sanatoria di situazioni pendenti, perché il personale non può più aspettare”.

Aspetto increscioso e non più accettabile di questo immobilismo è che chi ne paga le spese è sempre il personale universitario che, a fronte di un testo convenzionale siglato nel 2006, scaduto nel lontano 2009 e tuttora in prorogatio, non vede riconoscersi quanto dovuto. L’auspicio – conclude la segreteria Cisl Universitàè che si possa giungere alla sottoscrizione dei protocolli attuativi previsti dal Protocollo politico”.