Testo e voce di Sara Claudiani, Coordinatrice Donne Cisl Umbria
“Voi nei palazzi, noi nelle piazze: #liber* di essere, #liber* di amare”: sabato 6 novembre a Terni parteciperà anche la Cisl Umbria e il suo coordinamento donne
La Cisl Umbria e il suo coordinamento donne aderiscono alla manifestazione “Voi nei palazzi, noi nelle piazze: #liber* di essere, #liber* di amare” che si terrà a Terni il prossimo sabato 6 novembre 2021 per riaprire un confronto sui contenuti del Ddl Zan e per chiedere al Comune di Terni di ritirare l’ordinanza “anti prostituzione”.
“Questa ordinanza – afferma la coordinatrice delle donne Cisl Umbria Sara Claudiani (nella foto) – limita la libertà di espressione delle donne, in quanto esercita un controllo sul modo di vestire delle donne. Anche noi saremo in piazza per ribadire il nostro no ad ogni forma di discriminazione e per dire che ogni donna deve essere autonoma e indipendente nelle proprie scelte, compresa quella che riguarda il proprio modo di vestire. I diritti delle donne, conquistati nel tempo, non devono essere messi in discussione. Anzi il percorso verso un’effettiva parità nei diritti tra persone necessita ancora di importanti passi in avanti, che si possono conquistare solo attraverso lo studio e il lavoro per maturare una maggiore consapevolezza. Solo così sarà possibile plasmare una società che si basi sul reciproco rispetto”.
La coordinatrice donne Cisl Umbria Sara Claudiani: “Soltanto le donne possono cambiare l’Afghanistan e il resto del mondo”
La campagna social del coordinamento donne Cisl Umbria si conclude con la convinzione che soltanto le donne possano cambiare l’Afghanistan ed il resto del mondo. E’ di pochi giorni fa la notizia di una cinquantina di donne Afghane scese in piazza ad Harat per protestare contro chi impedisce loro l’istruzione, il lavoro e la sicurezza. Per questo, in quest’ultimo appuntamento, il coordinamento donne Cisl Umbria propone, anziché la storia di una singola donna, un articolo pubblicato da TgCom24 del 10 settembre 2021 “Afghanistan: ecco tutto ciò che viene negato alle donne dai talebani”.
“Queste donne – sottolinea la coordinatrice delle donne Cisl Umbria Sara Claudiani – chiedendo come facciamo noi del coordinamento di non essere dimenticate dalla Comunità Internazionale. Tutte le donne unite (studentesse, giudici donne, quelle sopravvissute da una caccia casa per casa, giornaliste, imprenditrici e lavoratrici) manifestano per quasi 16 milioni di donne che sono rimaste in Afghanistan, temendo per la loro vita. Basti pensare a Zahira, uccisa dai talebani perché indossava dei jeans, e la poliziotta Banu, uccisa in casa ed incinta di otto mesi”.
Donne limitate negli spostamenti, che neanche possono uscire di casa. “Non ce ne è traccia nelle città, nei negozi come nei mercati; soltanto uomini a Kabul. Sono stati chiusi i centri di accoglienza – prosegue Claudiani – che ospitavano donne picchiate in casa, minacciate dai mariti e dalle famiglie. E l’orrore è tornato: adesso devono indossare il burqua, non possono apparire in tv e lavorare, possono frequentare le elementari soltanto in classi femminili, a loro viene vietato sport e musica. Chi non rispettata le brutali leggi introdotte viene lapidata, interrata sino al collo”.
Le donne non si fermano, nei giorni scorsi sono scese in circa trecento in piazza a Kabul partendo da un luogo importante, l’università per poi, con i loro cartelloni, invadere le strade. Il Coordinamento donne Cisl Umbria non abbasserà mai la guardia sulle violenze, ribadendo che nessuna donna deve essere abbandonata a se stessa. “Ciò in Afghanistan significa la morte. Stessa solitudine – prosegue la coordinatrice Claudiani – che non si può più essere tollerata nel nostro Paese, dove dall’inizio dell’anno viene uccisa una donna ogni tre giorni. Non si può chiedere alle donne di denunciare per poi abbandonarle: per questo è necessario rendere più accessibili i centri di accoglienza per le donne ed i bambini. Non solo: è triste pensare che in stato di bisogno queste donne debbano pagare affitto e bollette. Dobbiamo invece aiutarle il più possibile nel reinserimento nel mondo del lavoro e nel supporto psicologico. Percorsi questi da affrontare con una tutela legale specializzata e con una parte delle forze dell’ordine dedicata alla tutela e prevenzione. Per cui, le istituzioni debbono fare la loro parte. Non possiamo più accettare che tutto ciò resti impunito. Questi omicidi – conclude – lasciano ferite che mai si margineranno”.
#donne #diritti
La coordinatrice donne Cisl Umbria Sara Claudiani per bambini, bambine e diritti in Afghanistan: “S come Selene, solidarietà e speranza”
Il Coordinamento donne Cisl Umbria continua la sua campagna social sulla pagina Facebook della Cisl Umbria a favore di tutte le donne e le persone indifese dell’Afghanistan e questa volta lo fa cercando di tenere alta l’attenzione sulla questione dei bambini e con la storia di Selene Biffi, grazie ad un articolo pubblicato da Io Donna il 2 settembre 2021.
Prima di tutto è necessario porre l’accento sul lavoro fatto dal Console Italiano Tommaso Claudi che, ha difeso e tutelato, i bambini di Kabul facendoli volare in Italia, salvando la loro vita. “Basti pensare che circa 10 milioni di bambini in Afghanistan hanno bisogno di assistenza sanitaria per sopravvivere, senza le quali sono destinati a morte certa; non dimenticando che 4,2 milioni di bambini non vanno a scuola e la metà sono bambine”. E’ la coordinatrice delle donne Cisl Umbria Sara Claudiani a descrivere la situazione, richiamando l’attenzione sul lavoro fatto dalle attiviste di Pangea, onlus milanese, attiva nel Paese. “Pur rientrando in Italia – afferma -, hanno lanciato l’allarme sulla presenza a Kabul di bimbi traumatizzati, soli, perché hanno perso i genitori. Difficile immaginare la situazione, ancora meno accettarla”.
La sorte di altre ragazze è stata migliore. “Le “Afghanistan dreamers” tra i 12 ed i 18 anni, con la loro squadra di robotica – racconta Claudiani- sono state accolte, scappando da Herat, da Città del Messico, per continuare a studiare: un privilegio che, nella loro terra, avrebbero perso”.
Il Coordinamento donne Cisl Umbria non vuole dimenticare Selene Biffi. “La donna – sottolinea Claudiani -che aveva creato in terra afgana “la scuola per cantastorie” ed è poi riuscita ad imbarcare, su un aereo per l’Italia, una ventina di ragazzi e ragazze con le loro famiglie. Era però necessario un segno distintivo per permettere ai carabinieri italiani di riconoscere queste persone ed hanno pensato alla lettera “S” scritta sul palmo della mano. Come a gridare il nome di Selene. Vogliamo – propone la coordinatrice delle donne Cisl Umbria – che la lettera “S” diventi SOLIDARIETA’ per tutte le donne, bambine ed intere famiglie che, seppur salve, devono tornare a vivere nel nostro Paese. E SPERANZA affinché le donne, costrette a restare in Afghanistan, possano resistere”.
#Donne #Diritti #Solidarietà #Speranza
Il coordinamento Donne Cisl Umbria chiede di uscire dalla retorica: “Nel cambio culturale ci devono credere anche gli uomini”
UN 8 MARZO PER ELIMINIRARE LE DISPARITA’ DI GENERE, FUORI E DENTRO IL MERCATO DEL LAVORO
In questo 8 marzo 2021, il Coordinamento donne Cisl Umbria, con la locandina molto eloquente, vuole ribadire la vicinanza a tutte le donne. Donne in prima linea in questa terribile pandemia: dagli ospedali, alle scuole, ai supermercati. Sono proprio loro le più colpite dal punto di vista occupazionale: con 312 mila posti di lavoro persi.
Oltre a questo, debbono gestire più del 50% del lavoro domestico familiare, svolgendo il proprio lavoro magari in smart working. Nella ricorrenza del giorno dedicato alle donne, torniamo a chiedere che questo sia normato contrattualmente per tutti i lavoratori, introducendo il fondamentale diritto alla disconnessione.
Le proposte del Coordinamento vanno proprio in questa direzione, ciò alla luce del fatto che il prossimo G20 si terrà in Italia. Sono necessari investimenti nell’istruzione, con un aumento del numero degli asili nido e il tempo pieno nelle scuole, nell’implemento delle strutture stabili e di qualità per anziani e disabili e nell’uguaglianza di genere. In questo ci devono credere anche gli uomini: uscendo dalla retorica.
Quindi ci vogliono maggiori congedi di paternità, almeno sino a due mesi, parità salariale e di opportunità nel mondo del lavoro, con uguale accesso e flessibilità lavorativa.
Ad ultimo, ma certamente non per importanza, non dobbiamo dimenticare che, durante il lockdown e le continue chiusure, non si sono fermate le violenze contro le donne. Il 54% delle donne vengono uccise dopo avere denunciato i loro maltrattatori. In questa scelta c’è il loro grido di aiuto che va ascoltato e quindi queste debbono essere protette e difese, anche offrendo loro lavoro. Questo infatti rimane la migliore forma di reinserimento sociale e di emancipazione.
Sara Claudiani
Coordinatrice Donne Cisl Umbria
Donna = L’Albero della Vita
Il Coordinamento delle Donne Fnp Cisl Umbria con un’immagine anticipa l’8 marzo: “Vogliamo parlare al cuore e alla testa delle persone”
In questo lungo periodo pandemico, a causa del Covid-19, dove quasi tutto si è fermato, tutto il mondo è in stand by. Siamo in attesa di una ripresa sanitaria, economica e sociale.
Il Coordinamento Donne dei pensionati dell’Umbria, unitariamente alla Fnp Cisl Umbria, nonostante l’impossibilità di riunirsi in eventi sociali e informativi intergenerazionali non rinuncia però a far sentire la propria presenza e vicinanza a tutte le donne. In accordo con il Segretario Generale Fnp Cisl Umbria Giorgio Menghini abbiamo per questo deciso di far sentire la nostra presenza tramite un’immagine -che si rincorrerà in questi giorni che precedono l’8 marzo- in tutto il territorio umbro: sarà affissa per le strade, condivisa sui nostri canali e presente nelle nostre sedi.
LA DONNA = L’ALBERO DELLA VITA è un’immagine che vuole parlare al cuore e alla testa delle persone (alle donne, ma anche agli uomini): si tratta di un fusto elegante, con le radici che sembrano artigli (a simboleggiare come la donna sia aggrappata alla terra), e le sue braccia bel protese in alto e ornate di delicati fiori (proprio come le molteplici sfaccettature dell’essenza femminile).
Proprio grazie alla tenacia e alla determinazione, la donna ha dimostrato nella storia ma anche nel presente di generare vita e cambiamento, di essere capace di ripartire più forte di prima. Sempre pronta a nuova sfide e progetti, crea opportunità e soluzioni per definire un cambio culturale, che solo nella continuità potrà dare i propri frutti. Consapevolezza ed emancipazione sono possibili attraverso il lavoro, che è portatore di identità e di indipendenza economica. Sapendo questo, le donne pensionate continuano ad aiutare i propri figli diventati adulti, permettendo loro di conciliare i tempi di lavoro con quelli della cura delle famiglie. Un ruolo che spesso viene dato per scontato ma che in realtà arricchisce le nuove generazioni anche di esperienze, attraverso il racconto di una vita vissuta che svela una realtà tanto diversa da quella di oggi.
Bruna Raspa
Coordinatrice Donne Fnp Cisl Umbria
25 Novembre – Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne
Fra pochi giorni sarà il 25 novembre… una data importante per riflettere e rinnovare l’impegno per un importante e necessario cambio culturale
Sara Claudiani (Cisl): “L’emancipazione passa dal lavoro, dall’indipendenza economica”
Il Coordinamento donne Cisl Umbria in questo preoccupante momento vede il 25 novembre come un’occasione per riflettere e continuare la battaglia contro la violenza sulle donne. Dramma che, neanche il Covid-19, è riuscito a fermare. Basti pensare che, durante il lockdown, le vittime di femminicidio disseminate sul suolo nazionale sono state ben 11. I dati – che scaturiscono da un confronto costante con il coordinamento donne Cisl Nazionale – sono sempre più preoccupanti: se gli altri reati sono diminuiti nei primi sei mesi del 2020, i femminicidi sono aumentati del 5 per cento. Da 56 a 60 donne uccise.
Neanche i dati sui maltrattamenti, stalking e stupri sono migliori. Durante la quarantena le chiamate al numero verde di emergenza 1522 sono raddoppiate rispetto al 2019, arrivando a 11.920. L’unico dato che vorremmo vedere aumentare, ma purtroppo non è così, è il numero delle denunce: dato che invece è drasticamente diminuito. Questo perché le donne spesso non sono credute, e a questa condizione di forte pressione si aggiunge la paura: gli abusi più violenti accadono dopo la denuncia, in quanto l’uomo vuole continuare a controllare, tentando in ogni modo di fermare chi ha avuto il coraggio di ribellarsi.
Pur avendo visto l’introduzione della legge “Codice Rosso”, servono procedure più rapide di allontanamento contro chi è violento. Le Regioni a riguardo dovrebbero sostenere tutti i costi dei centri di accoglienza e delle case sicure per le donne ed i loro figli.
Il 2020 sta diventando un anno orribile: se da un lato molte relazioni malate sono peggiorate per la crisi, dall’altro è nato lo “spionaggio solidale”, grazie al quale le violenze sono state segnalate agli organi competenti dai vicini di casa, dai riders (che consegnano i cibi a domicilio) e dai farmacisti.
La violenza ha varie forme: è fisica, è psicologica ed è economica. Per quest’ultimo aspetto la crisi è stata pesante: le donne sono rimaste chiuse in casa con i propri aguzzini perché hanno perso il lavoro o la cassa integrazione. Lo Stato e le Regioni devono aiutare queste donne, con politiche di reinserimento: il primo passo per uscire dall’incubo è la possibilità di lavorare, diventando così autonome.
La politica deve colmare il vuoto normativo che riguarda le molestie sessuali sui luoghi di lavoro e studio, dove lo squilibrio tra uomo e donna è alla base di ogni violenza. Basti pensare che su 100 posti di lavoro persi il 55 per cento è di una donna. Inoltre il 65 per cento delle donne con figli piccoli non lavora. Il trend di questi ultimi anni ci fa prevedere per il 2021 un calo delle nascite pari al 4,5 per cento rispetto al 2019, in un Paese che già occupa gli ultimi posti in Europa in tema di natalità.
Dobbiamo continuare ad utilizzare e potenziare le quote rosa nelle aziende, in modo che a parità di curricula ed esperienze, i posti apicali siano raggiungibili anche dalle donne. A ciò si aggiunge l’ancora agognata parità salariale: in Italia le donne guadagnano il 30 per cento in meno rispetto agli uomini. Dobbiamo ispirarci agli Stati Uniti dove è stata eletta una donna, come vicepresidente, e spingere con la “Kamala’s generation” verso un vero patto sociale. Il Coordinamento donne Cisl si schiera contro la disparità salariale di genere ed anche per questo chiediamo che il 50 per cento del Recovery Fund, da presentare entro gennaio 2021, sia dedicato alle politiche di genere, con interventi strutturali e non più parziali.
Sara Claudiani
Coordinatrice Donne Cisl Umbria
Il Coordinamento Donne della Cisl Umbria contro la violenza di genere e la discriminazione
“Pandemia e questione femminile: un binomio che l’isolamento dovuto al Covid-19 non ha aiutato, ma che molto spesso è rimasto troppo celato in una sua quotidiana complessità che affiora in tutta la sua drammaticità solo quando, purtroppo, si trasforma in fatto di cronaca.
Ricostruzione post – sisma 2016, la Fp Cisl Umbria: “La stabilizzazione dei lavoratori precari è a garanzia e speranza di una ricostruzione più spedita”
Il Commissario Fp Cisl Umbria Luca Talevi (nella foto) nei giorni scorsi ha incontrato, in videoconferenza, il Commissario Straordinario per la Ricostruzione post-sisma 2016, Giovanni Legnini, in collegamento da Roma, e oggi 15 settembre 2020 ha diffuso agli organi di informazione la seguente nota.
Tante le criticità ancora presenti a distanza di quattro anni dal sisma e, tra queste, il futuro di circa 150 lavoratori precari presenti all’interno dei comuni (circa 120) e nell’ufficio regionale per la ricostruzione (circa 30).
La Fp Cisl ha ribadito con forza come solo con la stabilizzazione di questi lavoratori si possa dare garanzia e speranza ad una ricostruzione più veloce: “Vi è la necessità di derogare alla durata dei contratti individuali prevista dalla contrattazione collettiva nazionale di lavoro – ha ribadito la categoria della Funzione Pubblica della Cisl dell’Umbria -, oltre a prevedere una deroga al limite della soglia del fabbisogno del personale al fine di non disperdere le straordinarie professionalità acquisite nella gestione tecnica ed amministrativa dei procedimenti riguardanti la ricostruzione, sia edilizia che economico – sociale dei territori devastati”.
La soddisfazione della Fp Cisl Umbria arriva per quanto condiviso dal Commissario Legnini: “Il Commissario ha assicurato, anche a seguito delle recenti ordinanze, una ripartenza della ricostruzione entro tre mesi ed una piena disponibilità a risolvere le questioni aperte, contemporaneamente ad una riforma globale del sistema istituzionale che preveda, con l’utilizzo del personale già operativo, una struttura emergenziale pronta a risolvere le criticità che oggi riguardano le regioni di Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo e che, nel futuro, potrà intervenire in altre parti del territorio nazionale. Il Commissario – prosegue la Fp Cisl Umbria – ha inoltre assicurato di esercitare verso il Governo tutte le leve possibili per accellerare una ripresa socio – economica dei nostri territori ed evitare lo spopolamento”.
La Fp Cisl Umbria nel condividere le azioni intraprese dal Commissario ha ribadito l’importanza di non disperdere le professionalità del personale precario per valorizzarlo in una ottica di stabilizzazione e valore aggiunto per gli enti ove operano.
Lavoratori stagionali, i sindacati incontrano gli onorevoli umbri
Felsa Cisl, Nidil Cgil e Uiltemp Uil, assieme alle categorie degli agroalimentaristi (Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil) e delle rappresentanza confederali di Cgil, Cisl e Uil Terni, nella mattinata del 27 luglio hanno incontrato a Terni gli onorevoli umbri per porre l’attenzione sulla questione dei lavoratori stagionali.
“Siamo oggi a rappresentare ai Parlamentari umbri, che ringraziamo per la presenza e l’attenzione manifestata, le preoccupazioni per il futuro occupazionale di molti lavoratori in regime stagionale del settore dell’industria alimentare e del settore turistico -hanno affermato Rocco Ricciarelli (Felsa Cisl), Roberta Giovannini (Uiltemp Uil) e Luca Solano (Nidil Cgil) all’incontro presenziato da Riccardo Marcelli (Cisl Terni-Orvieto)-. Solo per l’Eskigel, questi lavoratori arrivano a superare le 400 unità”. A preoccupare il sindacato è il momento che stiamo attraversando e le incertezze per il futuro. “Ad aggravare la contingenza – hanno ribadito- il fatto che questi lavoratori sono sottoposti a un contributo aggiuntivo di 0,5, dettato dal cosiddetto Decreto Dignità. Questo di fatto scoraggia l’assunzione di questi lavoratori e il loro rinnovo contrattuale”.
A prendere la parola poi, Simone Dezi (Fai Cisl), Fabio Benedetti (Uila Uil) e Paolo Sciaboletta (Flai Cgil) che hanno ribadito che “si rischia nel breve tempo di perdere molti posti di lavoro. Noi ci siamo per avviare un dialogo virtuoso e costruttivo con le istituzioni: un tavolo nel quale metteremo volentieri a disposizione le nostre capacità tecniche”. Per il sindacato, inoltre, è necessario incentivare le stabilizzazioni. “I lavoratori stagionali infatti -hanno chiarito i sindacati- sono una risorsa per le aziende. E’ necessario quindi lavorare anche sugli accordi aziendali, che dovrebbero avere una copertura legislativa”.
All’incontro hanno partecipato gli onorevoli:
- Lucidi Stefano – Lega
- Caparbi Virginio – Lega
- Alessandrini Valeria – Lega
- Ciprini Tiziana – Movimento 5 Stelle
- Verini Walter – Pd
- Grimani Leonardo – Italia Viva
- Raffaele Nevi – Forza Italia
Felsa Cisl, Nidil Cgil e Uiltemp Uil Umbria