No allo spezzatino della rete. Serve attenzione ai giovani” Simona Garofano confermata segretaria

by CISL MF
No allo spezzatino della rete. Serve attenzione ai giovani” Simona Garofano confermata segretaria

Nel giorno dello sciopero contro lo spezzatino della Tim, si è celebrato il 7° congresso regionale della Fistel Cisl (Federazione informazione – spettacolo – telecomunicazioni), presso l’hotel Chiesa Tonda di Spello, in cui si sono incrociate preoccupazioni per dinamiche nazionali, a cui sommare tipicità locali. Simona Garofano, segretaria generale della Fistel Cisl Umbria è stata confermata segretaria. Per coadiuvarla entrano in segreteria: Moreno Conti, Ferdinando Barbano e Francesco Ravacchioli e Roberto Mattaioli.

​ “Il lavoro è il problema di oggi – ha detto il segretario generale di Fistel Cisl Umbria, Simona Garofano nella sua relazione – con la disoccupazione drammatica e i lavoratori che, pur avendo un’occupazione sono sempre più poveri. Gli aiuti dell’Europa devono essere sfruttati al massimo. Prioritaria sarà l’attenzione ai giovani, che devono essere protagonisti del sindacato, così come le donne. Serve anche attenzione a formazione e sicurezza: ancora troppe le morti sul lavoro”.

“Sul fronte della Federazione, la pandemia – continua Garofano – ci ha visto dividere le nostre aziende tra quelle del codice ateco 17 ritenute essenziali, come cartiere, grafiche e telecomunicazioni, che con il lockdown hanno lavorato con paura, stress e grande confusione sanitaria. Dall’altro lato lo spettacolo dal vivo, i cinema e l’intrattenimento, subito chiuso. Le scelte future ci dicono che la necessità è la rete unica, per il riassetto della fibra. C’è infatti bisogno di una copertura omogenea. Purtroppo manca una guida ferma del Governo che può sempre esercitare l’opzione della GOLDEN POWER a tutela della rete considerata settore strategico per il Paese, dove la maggior azienda, la Tim, sotto pressione per il calo dei ricavi di un mercato sempre più competitivo, ancora oggetto di contesa tra gruppi finanziari stranieri, è abbandonata a se stessa. E lo spezzatino di Tim, paventato da indiscrezioni di stampa, non aiuterà i lavoratori”.

Per l’emittenza pubblica, “abbiamo avuto una grande fiducia in Rai Way e Rai. Siamo in attesa di un accordo sullo smart working richiesto a gran voce dai lavoratori. Abbiamo una forte preoccupazione invece per la nascita di una public company tra Rai Way e EI Towers, creando un polo nazionale della trasmissione del segnale tv. Siamo altrettanto vigili, per una possibile riorganizzazione causata da uscite di personale. Su Rai siamo preoccupati per le ricadute occupazionali a seguito del piano di incentivazione all’esodo delle Sedi Regionali e dalla organizzazione del lavoro conseguenza della decisione del CDA, che unilateralmente ha tagliato la terza edizione del TG REGIONALE, penalizzando coloro che pagano il canone per vedere il Servizio Pubblico, oltre i salari dei dipendenti che svolgevano il loro turno di lavoro in quell’orario”.

“Le aziende grafiche e tecniche stanno pagando un conto salato per la mancanza di una adeguata politica energetica nazionale. Questo settore, per esempio, nel 2021 ha aumentato il proprio fatturato sia sul mercato interno (+11%), che sull’export dal secondo trimestre in avanti (+ 10%).​ Stiamo assistendo però a situazioni in cui nonostante una domanda forte di mercato, alcuni imprenditori si trovano spesso a valutare, per mancanza di materie prime, sospensioni temporanee della produzione e richiedere utilizzo della cassa integrazione o a fare utilizzo di ferie e permessi non goduti. Ovviamente la nostra organizzazione sindacale, consapevole di queste difficoltà, è disponibile a un confronto costante e continuo, per creare valore in ogni unità produttiva tramite l’utilizzo degli strumenti più idonei per fronteggiare le casistiche specifiche”.

“Diverse le vertenze del 2021. Ricordiamo Industria Umbra, importante realtà dell’alto Tevere umbro che di punto in bianco ha deciso di dismettere la produzione dello stabilimento di Città di Castello per trasferirsi a Fossato di Vico dove ha acquistato un nuovo immobile, costringendo cosi tutti i dipendenti a rassegnare le dimissioni per giusta causa, vista l’eccessiva distanza del sito produttivo a 90 km. Vertenza che fortunatamente ha avuto un esito positivo in quanto tutti i dipendenti sono stati capaci di ricollocarsi nel comprensorio. Ciò è stato possibile, grazie agli strumenti messi a disposizione dal servizio delle Politiche Attive per il lavoro della Regione, e all’interessamento dell’Assessorato allo Sviluppo Industriale ed Economico, alla grande opera di mediazione delle organizzazioni sindacali FISTeL CISL e SLC-CGIL, ma soprattutto da un grosso interessamento di alcune aziende locali, che hanno creduto in questi lavoratori e li hanno rilevati. Tra tutte vogliamo citare la CARTOEDIT di Città di Castello, che ha assunto il più alto numero di persone inserendole in un processo di riconversione professionale che comincia già a dare i frutti sperati”.

A portare il saluto anche gli imprenditori del settore. Flavio Zuin, del gruppo Pigini (Tecnostampa): “Orgoglioso di aver tenuto fede ai nostri investimenti. Nella mia storia in Umbria, tra le parti sindacali e datoriali, ho sempre visto relazioni adulte. L’aver messo al centro il confronto con il sindacato vuol dire andare oltre e guardare al futuro”.

Giovanni Fiorillo (Gruppo Coesia): “Abbiamo fatto subito accordo integrativo per Ipi di Perugia e in questa sede ho riscontrato l’atteggiamento maturo e noi siamo riusciti a portare l’azienda verso la modernità”. Paolo Boncompagni (Rsu Industria Umbra): “Ringrazio le organizzazioni sindacali e la Regione che ha messo in campo la possibilità di farci ricollocare”.

Andrea Mancinelli (RaiWay): “Questa Regione mi ha fatto riconoscere che siamo dalla stessa parte. Abbiamo il dovere di accompagnare le aziende nel processo di cambiamento. Un sindacato unito e forte ci aiuta”.

Conclusioni del segretario generale della Cisl dell’Umbria, Angelo Manzotti: “La persona e l’uomo diventano determinanti per le realtà produttive. I giovani non sono il futuro ma il presente e con le imprese dobbiamo fare uno sforzo per coniugare queste due dimensioni anche attraverso un serio investimento nella formazione. Oggi i giovani vivono troppo nella solitudine”. Sul futuro: “Oggi abbiamo una quantità di soldi incredibile, servono idee e progetti, per non mandare indietro queste grande opportunità”.

Commovente il ricordo di Francesca Flaminio, giovane sindacalista Cisl, venuta a mancare lo scorso anno.

Conclusioni affidate a Nicola Milana (segreteria nazionale Fistel Cisl): “Le risorse del Pnrr non siano assistenziali. Precariato e difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro sono dei veri problemi del nostro sistema. Nostro compito è incidere su questo. Tra le priorità andrà gestito anche il tema dello smart working”.

 

 

“La casa è un diritto di tutti”. Gino Bernardini confermato segretario Sicet

by CISL MF
“La casa è un diritto di tutti”. Gino Bernardini confermato segretario Sicet

La casa, diritto di tutti: per un abitare inclusivo e sostenibile”. Questo il titolo e il messaggio del 6° congresso del Sicet (sindacato inquilini casa e territorio), svoltosi a Terni, presso la sede di Terni della Cisl. L’appuntamento ha confermato il segretario Gino Bernardini. Ad affiancarlo la segreteria composta da Francesco Borscia e Marta Molinari. Ad intervenire il segretario dei Pensionati di Terni, Flavio Confaloni, il Responsabile Cisl Terni Riccardo Marcelli e Simona Garofano, della segreteria regionale Cisl.

 “La questione abitativa, da tempo marginalizzata nel dibattito, è tornata ora d’attualità – ha detto il segretario  Gino Bernardini – anche a causa di un progressivo impoverimento della popolazione e invecchiamento del patrimonio immobiliare, non sempre però nella giusta direzione. Nella legge di bilancio c’è un netto taglio delle risorse erogate per arginare il disagio abitativo: dai 240 milioni di euro stanziati per il 2022, si prevede un finanziamento di poco superiore ai 10 milioni per il 2023 e per il 2024. D’altro canto, aumentano i fondi previsto alla voce “Casa e assetto urbanistico”, passando da quasi 670 milioni per il 2021 a poco meno di 790 milioni per il 2022. Quanto all’Umbria, è una regione vecchia che continua a invecchiare e si fatica a trovare soluzioni adeguate alle esigenze abitative degli anziani, specialmente dei più fragili. Le risorse del Pnrr dovranno ora fare la differenza. Serve massima attenzione ai cambiamenti della società: l’80 per cento degli anziani vive in un’abitazione troppo grande e non adeguata alle proprie esigenze, ma il 64 per cento non la lascerebbe. Quindi occorre ripensare anche i modelli abitativi esistenti attraverso un serio investimento nel social housing. Da dove cominciare? Da rilevazioni dello stato di fatto, attraverso la mappatura dei problemi sociali esistenti e la rilevazione della distanza tra bisogni e servizi offerti; progettazione di modelli di intervento sperimentali che rispondano in modo innovativo ai bisogni individuati; implementazione, monitoraggio, valutazione e diffusione dei modelli di successo”.

Sull’edilizia residenziale pubblica Bernardini ha ribadito la necessità di dire no allo scaricabarile tra Stato e Regioni.

Sempre sulla situazione umbra: “sono stati stanziati oltre 7 milioni di euro per interventi nel settore dell’edilizia residenziale sociale da realizzare nei territori danneggiati dagli eventi sismici del 2016 e 2017. I fondi che saranno utilizzati provengono da un Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, di concerto con il  Ministero dell’Economie e delle Finanze, che ha approvato la ripartizione tra le Regioni delle risorse disponibili a livello nazionale, pari a  complessivi  100 milioni di euro, assegnando alla  Regione Umbria l’importo di  10.571.187,88 euro di cui  3.571.187,88 destinati a due interventi già  individuati nel Comune di Norcia e 7 milioni per la realizzazione di interventi da individuare  successivamente all’approvazione del Decreto. La Giunta regionale ha individuato, pertanto, gli interventi ritenuti ammissibili a finanziamento, fino alla concorrenza dell’importo disponibile di 7 milioni di euro, per un totale di 62 alloggi, nei comuni di Arrone, Cascia, Ferentillo, Foligno, Monteleone di Spoleto, Scheggino e Montefranco oltre agli interventi 8 previsti nel comune di Norcia e ha trasmesso l’atto al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile. Di questi 62, 33 vedono l’Ater come proponente”.

Serve un costante dialogo sociale: con l’assessore Enrico Melasecche, il dialogo non c’è. In attesa di conoscere l’esito del ricorso sulla nuova legge regionale umbra per l’assegnazione delle case popolari, la Regione stabilisce che anche per il 2022 le possibili variazioni dell’importo del canone di locazione non dovranno superare sia in aumento che in diminuzione, una percentuale massima del dieci per cento. Non a caso nei giorni scorsi abbiamo organizzato sotto la sede della Giunta a Perugia una iniziativaSiamo di fronte all’esplosione di un problema sociale di dimensioni enormi perché da quest’anno, a causa del nuovo meccanismo di calcolo introdotto senza prendere mai in considerazione i nostri reiterati allarmi, l’aumento dei canoni andrà a colpire in maniera durissima una fetta molto importante degli assegnatari, in particolare le persone sole, con incrementi che potranno raggiungere anche il 200 per cento. L’esempio è quello di una persona sola con reddito annuale lordo di 8 mila euro il canone mensile passerà dagli attuali 46,60 euro a 138 euro; mentre per chi ha un reddito di 12mila euro lordi il salto sarà da 70 a 220 euro”.

Per non parlare della bocciatura della legge regionale dal Governo Draghi che l’ha impugnata. Questo determinerà il blocco del nuovo bando che tante famiglie stavano aspettando con ansia dallo scorso settembre e che invece non vedrà la luce ancora per molto tempo. Questo disastro normativo si sarebbe potuto evitare se alle decine di richieste di incontro e confronto che abbiamo avanzato si fosse data risposta. C’è persino un ordine del giorno del Consiglio regionale dello scorso novembre che impegnava la giunta ad aprire un tavolo in III Commissione, cosa mai avvenuta”.

Da Bernardini infine un allarme sul fenomeno dell’affitto di abitazioni a fine turistico e di tutti i contratti al di fuori della normativa, che precarizzano gli inquilini in affitto nel mercato privato.

A Terni, come nel resto dell’Umbria, la popolazione invecchia – ha spiega Marcelli – una famiglia su quattro è composta da una sola persona. Nascono sempre meno figli. In questo contesto è quanto mai necessario pensare a politiche abitative rigenerative, tenendo al centro la persona. Come Cisl Terni chiediamo ad Ater, Comuni, Regioni e ordini professionali di elaborare progetti e idee innovative che diano alle persone e alle loro famiglie dignità, anche nella qualità abitativa”. “Impegno della Cisl di stare vicino alla Sicet e a questo mondo – ha detto Garofano – quanto agli interventi, continuiamo a lavorare sulla questione della nuova legge regionale, gli aumenti previsti e i rincari di energia e materie prime. Se la situazione era già precaria, questi elementi la stanno peggiorando. Per questo serve un incontro urgente con la Regione per discutere sulle problematiche”.

“Serve un progetto di edilizia completo”, è stato l’appello di Flavio Confaloni.