Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil Umbria a difesa dei lavoratori dello spettacolo costituiti in associazioni culturali
Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil Umbria: “La Regione deve tenere conto della specificità di questi professionisti. Chiediamo una modifica dell’ordinanza n.5 del 15 gennaio 2021”
Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil Umbria tornano su temi già portati in piazza ad ottobre e focalizzano la propria attenzione sui lavoratori dello spettacolo costituiti in associazioni culturali. “Con l’ordinanza n. 5 del 15/01/2021, la Regione Umbria vieta qualunque attività delle associazioni culturali. Questa ordinanza di fatto – spiegano i sindacati- non tiene conto di una realtà che vede in molte associazioni culturali la presenza di professionisti che, in questo modo, vedono equiparata la loro attività a quella dei luoghi di svago e ricreativi”.
Per Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Umbria “questi lavoratori, in gran parte i più fragili dell’intero comparto, vengono così discriminati e penalizzati rispetto alle norme che regolano l’intero settore. Fermo restando il divieto di svolgere la propria attività in presenza di pubblico – precisano- sono molte altre e necessarie le attività che questi lavoratori devono poter svolgere in questo momento, nel pieno rispetto delle direttive per le attività professionali, dei protocolli sanitari e in prospettiva di una futura ripresa dell’attività lavorativa in tutte le sue declinazioni”.
Per tutelare questi lavoratori, quindi, Fistel Cisl, Slc Cgil e Uilcom Uil Umbria chiedono che la norma dell’ordinanza regionale sulle associazioni culturali tenga conto di questa specificità e che si adeguino i parametri a quelli che regolano le attività dei professionisti del settore. “Senza questa modifica – concludono- questi lavoratori non avranno la possibilità di ripartire neanche quando questo sarà possibile”.