Città di Castello: lavoratori in sciopero contro la chiusura di Industria Umbra (ex Fisadorelli)
“Ci hanno messo sulla strada, letteralmente, chiedendoci di sobbarcarci quasi 200 km al giorno per continuare a lavorare. Ma chiunque può capire che per le nostre famiglie questo è assolutamente insostenibile”. Non ci stanno le lavoratrici e i lavoratori della Industria Umbria Spa (ex Fisadorelli) di Città di Castello, storica azienda del settore cartotecnico dell’Alta Valle del Tevere, che ha deciso di chiudere la sede aziendale e spostare la produzione a Fossato di Vico, località sempre in provincia di Perugia, ma distante almeno un’ora di macchina dalla città tifernate. Da gennaio 2021 quindi, circa 40 lavoratrici e lavoratori si ritroveranno nelle condizioni di dover scegliere tra un trasferimento quasi impossibile o la perdita del posto di lavoro.
A fronte della totale indisponibilità al confronto da parte aziendale, i lavoratori e i loro sindacati, Slc Cgil e Fistel Cisl, hanno deciso di scioperare. Uno sciopero di 16 ore, iniziato lunedì, che ha visto un’adesione totale dei dipendenti. La protesta è stata inoltre resa visibile con un presidio davanti ai cancelli, al quale oggi (19 ottobre 2021) è intervenuto anche il neoeletto sindaco di Città di Castello, Luca Secondi, che ha portato la propria solidarietà e quella della sottosegretaria allo Sviluppo Economico, Anna Ascani, raggiunta telefonicamente.
“Va sottolineato che questa azienda non è assolutamente in crisi, anzi – hanno spiegato i delegati e i rappresentanti sindacali nel corso della protesta – tanto è vero che fino a sabato si stavano facendo gli straordinari. Ma di fronte alla totale indisponibilità della proprietà ad ascoltare le esigenze di un territorio e dei propri dipendenti, abbiamo deciso di fermarci e di mettere in atto una protesta, in maniera forte e compatta”.
Quello che lavoratori e sindacati chiedono è molto semplice: aprire un confronto per arrivare a soluzioni diverse dalla chiusura della storica sede tifernate. Soluzioni che non siano traumatiche per le maestranze e che conservino anche quel grande patrimonio di professionalità che negli anni si è costituito a Città di Castello, da sempre punto di riferimento per l’industria cartotecnica umbra.