Cassa integrazione, Manzotti (Cisl Umbria): “I lavoratori delle imprese dell’artigianato devono percepire ancora gli arretrati di marzo e aprile a causa di una complicata burocrazia nazionale”
“Sono oltre cinque mesi senza Cassa Integrazione e qualcuno tra i 18 mila lavoratori umbri delle imprese artigiane sta sprofondando in una situazione drammatica per assenza di reddito”. Sono le parole del segretario generale della Cisl Umbria Angelo Manzotti (nella foto) che vogliono dare luce alla condizione dei lavoratori nell’artigianato che anche in Umbria rappresentano un’ampia parte di quei lavoratori in difficoltà a causa delle conseguenze del recente lockdown e più in generale del Covid-19.
Per Manzotti “il ritardo dell’erogazione dell’ammortizzatore sociale è dovuto unicamente alla complicata burocrazia nazionale e ai ritardi di erogazione”. L’analisi del sindacalista si basa sulla consapevolezza che questo passa attraverso un fondo nazionale, denominato F.S.B.A. “Il fondo in questione – precisa Manzotti- ha fatto fronte alle richieste arrivate nei primi giorni dell’emergenza Covid-19 con proprie risorse, poi ha dovuto attendere l’erogazione dei fondi stanziati dal Governo. Nel Decreto di agosto – prosegue – il Governo ha prorogato la cassa integrazione di ulteriori nove settimane. Ciò anche se i lavoratori del mondo dell’artigianato attendono ancora i soldi di aprile e maggio”.
La Cisl in questo contesto regista un’altra disparità. “I lavoratori dell’artigianato – spiega – devono percepire la cassa integrazione dal fondo F.S.B.A, mentre gli altri lavoratori dall’Inps. L’istituto previdenziale, in questo caso, è in regola con il pagamento degli arretrati e quindi il ritardo appena descritto sta aggiungendo difficoltà ad un’unica categoria di lavoratori: quelli dell’artigianato”.