Il Congresso della Fim Cisl Umbria sarà il 26 marzo 2025

IL CONGRESSO DELLA FIM CISL UMBRIA SARA’ IL 26 MARZO 2025. A DECIDERLO IL CONSIGLIO GENERALE DELLA CATEGORIA CHE SI E’ RIUNITO A PERUGIA PER APPROFONDIRE LA QUESTIONE DEL RINNOVO DEL CONTRATTO DELL’INDUSTRIA METALMECCANICA
Perugia, 25 novembre 2024 – I metalmeccanici della Cisl dell’Umbria si riuniranno a Congresso il 26 marzo 2025. Lo ha deciso il Consiglio Generale della Fim Cisl Umbria, riunitosi nei giorni scorsi a Ponte San Giovanni. Ad aprire i lavori, ai quali ha partecipato tutta la segreteria della Cisl Umbria ed è intervenuto il segretario generale Cisl Umbria Angelo Manzotti e la segretario nazionale Fim Cisl Giovanna Petrasso, è stato il segretario generale Fim Cisl Umbria Simone Liti. “Si stima che il comparto produttivo dell’auto in Umbria offre direttamente lavoro a più di 7000 persone che sono coinvolte direttamente o indirettamente nella filiera. E’ essenziale che tutti i soggetti deputati, compreso il governo regionale, continuino a ragionare anche con le organizzazioni sindacali sulle sfide che abbiamo di fronte, favorendo la transizione sostenibile del settore automotive e valorizzando al massimo tutte le tecnologie esistenti. C’è bisogno di condividere un posizionamento che doveva e dovrà analizzare e trovare risorse e progetti in termini di formazione, riqualificazione e premialità per chi decide di diversificare processi e prodotti ed utilizzare anche ammortizzatori sociali aggiuntivi, una volta terminati quelli ordinari. Con un obiettivo condiviso di garantire che la transizione nel settore automobilistico sia equa, abbia successo e non lasci indietro nessuno”. A preoccupare la categoria, oltre alla questione del rinnovo del contratto, anche “l’accordo di programma ancora non sottoscritto per le acciaierie di Terni” con il tema dell’energia ancora aperto, che interessa tutte le aziende ma in particolare quelle maggiormente energivore. Poi ci sono le questioni ambientali, là dove nei territori sono presenti insediamenti di industria pesante. “La questione ambientale – precisa Liti – deve andare di pari passo con quella del lavoro e della salute dei lavoratori e dei territori, senza che i fattori tra essi siano elemento di divisione”. “Territori che possono guardare al futuro solo se i giovani riescono a trovare il lavoro. Giovani che hanno priorità diverse rispetto a quelli di ieri e che dobbiamo saper ascoltare per dar loro risposte”. Il segretario generale Cisl Umbria Angelo Manzotti ha richiamato quindi l’attenzione poi sulle luci ed ombre della manovra del Governo che comunque può e deve essere migliorata attraverso il confronto, seguendo con particolare attenzione la discussione parlamentare.

La segretaria nazionale della Fim Cisl Giovanna Petrasso, riagganciandosi alla questione dei giovani, sollevata dal segretario Manzotti, ha quindi ripercorso gli elementi distintivi del lavoro portato avanti dalla Fim Cisl nei luoghi di lavoro e in termini di confronto con le associazioni datoriali. “Lo stato della trattativa del contratto dell’industria metalmeccanica – afferma la segretaria – purtroppo ci ha visto costretti a proclamare lo stato di agitazione del comparto perché i primi 8 incontri con le associazioni datoriali non hanno prodotto effetti positivi sugli obiettivi attesi, rivendicati nella piattaforma. Pertanto abbiamo proclamato da lunedì 18 novembre 8 ore di sciopero e l’astensione degli straordinari e ogni forma di flessibilità fino a 15 gennaio. Ci auguriamo – ha aggiunto – di riaprire un tavolo di negoziato dove si inizi a parlare seriamente del contratto di come si intende rinnovarlo, quali risorse distribuire ai lavoratori ma soprattutto di come irrobustire la parte normativa del contratto perché le sfide che abbiamo davanti come metalmeccanici sono sfide epocali in cui dobbiamo farci trovare pronti e preparati nel gestire nel miglior modo possibile a favore dei lavoratori senza creare disagio sociale tra i lavoratori stessi e le loro famiglie. Il rischio di un’economia che si ferma e di un export che si rallenta fortemente potrebbe avere effetti deleteri sul tessuto industriale del nostro Paese”.