La coordinatrice donne Cisl Umbria Sara Claudiani: “Soltanto le donne possono cambiare l’Afghanistan e il resto del mondo”
La campagna social del coordinamento donne Cisl Umbria si conclude con la convinzione che soltanto le donne possano cambiare l’Afghanistan ed il resto del mondo. E’ di pochi giorni fa la notizia di una cinquantina di donne Afghane scese in piazza ad Harat per protestare contro chi impedisce loro l’istruzione, il lavoro e la sicurezza. Per questo, in quest’ultimo appuntamento, il coordinamento donne Cisl Umbria propone, anziché la storia di una singola donna, un articolo pubblicato da TgCom24 del 10 settembre 2021 “Afghanistan: ecco tutto ciò che viene negato alle donne dai talebani”.
“Queste donne – sottolinea la coordinatrice delle donne Cisl Umbria Sara Claudiani – chiedendo come facciamo noi del coordinamento di non essere dimenticate dalla Comunità Internazionale. Tutte le donne unite (studentesse, giudici donne, quelle sopravvissute da una caccia casa per casa, giornaliste, imprenditrici e lavoratrici) manifestano per quasi 16 milioni di donne che sono rimaste in Afghanistan, temendo per la loro vita. Basti pensare a Zahira, uccisa dai talebani perché indossava dei jeans, e la poliziotta Banu, uccisa in casa ed incinta di otto mesi”.
Donne limitate negli spostamenti, che neanche possono uscire di casa. “Non ce ne è traccia nelle città, nei negozi come nei mercati; soltanto uomini a Kabul. Sono stati chiusi i centri di accoglienza – prosegue Claudiani – che ospitavano donne picchiate in casa, minacciate dai mariti e dalle famiglie. E l’orrore è tornato: adesso devono indossare il burqua, non possono apparire in tv e lavorare, possono frequentare le elementari soltanto in classi femminili, a loro viene vietato sport e musica. Chi non rispettata le brutali leggi introdotte viene lapidata, interrata sino al collo”.
Le donne non si fermano, nei giorni scorsi sono scese in circa trecento in piazza a Kabul partendo da un luogo importante, l’università per poi, con i loro cartelloni, invadere le strade. Il Coordinamento donne Cisl Umbria non abbasserà mai la guardia sulle violenze, ribadendo che nessuna donna deve essere abbandonata a se stessa. “Ciò in Afghanistan significa la morte. Stessa solitudine – prosegue la coordinatrice Claudiani – che non si può più essere tollerata nel nostro Paese, dove dall’inizio dell’anno viene uccisa una donna ogni tre giorni. Non si può chiedere alle donne di denunciare per poi abbandonarle: per questo è necessario rendere più accessibili i centri di accoglienza per le donne ed i bambini. Non solo: è triste pensare che in stato di bisogno queste donne debbano pagare affitto e bollette. Dobbiamo invece aiutarle il più possibile nel reinserimento nel mondo del lavoro e nel supporto psicologico. Percorsi questi da affrontare con una tutela legale specializzata e con una parte delle forze dell’ordine dedicata alla tutela e prevenzione. Per cui, le istituzioni debbono fare la loro parte. Non possiamo più accettare che tutto ciò resti impunito. Questi omicidi – conclude – lasciano ferite che mai si margineranno”.
#donne #diritti