La Fai Cisl Umbria torna a chiedere alla Regione di sottoscrivere un protocollo di intesa per la lotta al lavoro nero e al caporalato
La Fai Cisl chiede all’assessore regionale Roberto Morroni di sottoscrivere un protocollo di intesa regionale per la lotta al lavoro nero e al caporalato in agricoltura, con una cabina di regia che coinvolga attivamente tutti i soggetti del settore in una lotta di contrasto all’illegalità, come le Prefetture e l’Ispettorato del Lavoro. “A seguito di quanto appreso dagli organi di informazione nei giorni scorsi nel territorio orvietano – afferma il segretario generale Fai Cisl Umbria Dario Bruschi – è doveroso rinnovare questa nostra richiesta, che però in Umbria, a differenza di altre regioni, è rimasta fino ad adesso inascoltata. Ci aspettiamo che l’assessore, vista anche la sua sensibilità manifestata in diverse circostanze su questi temi, convochi al più presto il tavolo richiesto”. Nel ribadire tale attenzione, Bruschi ricorda l’impegno della categoria degli agroalimentaristi, che a livello nazionale è arrivata ad istituire un numero verde (800199100) per denunciare forme di sfruttamento e di caporalato.
“La situazione economica e occupazionale, conseguenza della pandemia sanitaria, è particolarmente grave e in agricoltura ciò che si registra è ancora più pesante: a livello nazionale lo scorso anno abbiamo assistito alla perdita di 2 milioni di giornate lavorate. Viste le tante domande di cassa integrazione in deroga che abbiamo sottoscritto anche in Umbria possiamo confermare questo preoccupante trend anche nella nostra regione. A preoccuparci oltre che la disoccupazione e lo stato di necessità nel quale verte una parte di questa forza lavoro, che non ha potuto contare sul Bonus Ristori, è anche il rischio che si incrementino forme di lavoro nero, fino ad arrivare al caporalato”.
La Fai Cisl Umbria a riguardo ricorda che il caporalato è stato normato con la Legge 199 del 2016, che dispone in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore agricolo.
Il settore agricolo rimane strategico anche in Umbria su più fronti. “In primo luogo dobbiamo dire grazie a tutti quei lavoratori che nella continuità hanno permesso alle famiglie di vivere tranquillamente, almeno dal punto di vista dell’approvvigionamento alimentare, il lockdown e i vari momenti di chiusura che si sono succeduti in questo ultimo anno”. C’è poi la questione della progettualità futura e dell’ambientale, ma anche quella della cura del territorio, del rinnovo del contratto per i lavoratori forestali che manca da dieci anni e l’inserimento di queste figure nella lista dei lavori usuranti. “Lo sviluppo e il futuro deve essere progettato in termini di sostenibilità, attraverso scelte green, e portato avanti nella continuità. Per questo e soprattutto per dare una risposta alla sensibilità manifestata dalle nuove generazioni su questo tema – chiarisce Bruschi – auspichiamo che molte delle risorse del Recovery Fund siano impegnate come investimenti nel settore ambientale e nella transizione ecologica”.