Pandemia e nuove povertà. Manzotti (Cisl Umbria): “Ci vuole un progetto condiviso di ripartenza”
Vertenze aperte, difficoltà economiche e sociali accentuate dall’emergenza sanitaria Covid-19 e nuove povertà: di questo si è discusso nel partecipato Comitato Esecutivo della Cisl Umbria di lunedì 20 luglio, in un incontro aperto dalla relazione del segretario generale Cisl Umbria Angelo Manzotti. “A pagare le conseguenze di quello che sta succedendo sono soprattutto le famiglie, quelle giovani con figli piccoli e le donne – afferma Manzotti-, questo perché molto spesso queste persone sono ancora impiegate in lavori non stabili e in settori, come quello del turismo (ma non solo), che sono precipitati a causa delle conseguenze di un’emergenza sanitaria che sta lasciando una preoccupante e pericolosa scia in ambito economico e sociale. Con questa consapevolezza, ci troveremo a Terni il prossimo 27 luglio a partecipare a un incontro con gli onorevoli umbri per trattare della questione dei lavoratori stagionali, a fianco della categoria dei lavoratori atipici e di quella degli agro-alimetaristi. Quest’ultima, già nel mese di giugno, aveva organizzato un’iniziativa analoga, tutta dedicata alla Sangemini”.
Nel corso dell’esecutivo Manzotti, come a comporre un mosaico, ha descritto uno scenario umbro composto da tasselli grandi e tante fragilità più piccole, che tutte assieme fanno una grande vertenza regionale, ponendo in primo piano la questione occupazionale. Se da una parte ci sono Ast, Treofan, Sangemini, Fattorie Novelli, Sogesi e questioni che necessitano di una risposta urgente, pena il rischio di un “pericoloso e irreversibile spopolamento”, come quella dei territori colpiti dal sisma o appartenenti alle aree interne; dall’altra c’è un tessuto diffuso che si basa su realtà produttive piccole se non piccolissime.
“In queste ultime settimane – sottolinea Manzotti- c’è stato il superamento del numero dei pensionati sui lavoratori attivi e questo dato non può che farci preoccupare: se da una parte ci mette in allarme il dato delle pensioni al minimo in Umbria che è alto, dall’altra questo elemento è indicativo della situazione demografica e occupazionale che sta attraversando la nostra regione. Così, mossi dall’importanza della nostra azione, abbiamo proseguito anche quest’anno, assieme alla categoria dei pensionati, nella contrattazione sociale per contenere la pressione fiscale e mantenere i servizi. Siamo scesi in piazza a fianco dei lavoratori del commercio, della scuola, della sanità assieme alle rispettive categorie e a Cgil e Uil regionali – continua con forza il segretario della Cisl Umbria -, ma per cercare una soluzione, che possa avere una tenuta nel tempo, è necessario condividere con la Regione un patto per la ripartenza che metta insieme le forze sociali, datoriali e istituzionali per affrontare in maniera organica e sistematica le difficoltà in essere, in questa estate incerta. Sarà necessario in questo progetto dare la giusta rilevanza alla questione della sostenibilità ambientale grazie all’impiego progressivo di nuove tecnologie per essere, oltre che competitivi a livello internazionale, anche responsabili nel rispetto nostro e delle nuove generazioni. In tutto questo certamente diventa strategica la formazione e la ricerca”.
Oltre a questo la Cisl Umbria pone la massima attenzione sulla questione del credito, degli istituti bancari e del loro rapporto con aziende e lavoratori. “Auspichiamo, come nel caso della Cassa di Risparmio di Orvieto – aggiunge Manzotti- che gli istituti bancari possano continuare ad avere un rapporto stretto con il territorio”. Strategica poi la questione dei fondi europei. “Per la Cisl questi sono uno strumento irrinunciabile per riuscire ad offrire un’opportunità a chi oggi si trova in difficoltà dal punto di vista occupazionale o professionale. Infine – conclude Manzotti- è importante capire quante risorse spetteranno alla nostra regione derivanti dalla nuova composizione del Recovery Fund, che complessivamente porterebbe all’Italia una cifra che si attesta intorno a 209 miliardi di euro”.