“Un Patto sociale per la ricostruzione e riqualificazione aree colpite dal sisma”
Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto Cisl Nazionale, al Consiglio Generale Cisl Umbria
“E’ dal lavoro dignitoso e produttivo che occorre ripartire in Umbria per una svolta sulla ricostruzione delle aree colpite dal sisma. Il perimetro di decisione va ampliato, con un Patto in cui tutte le forze sociali abbiano un ruolo nel rilancio dell’occupazione e del patrimonio economico, naturalistico e artistico del territorio. Occorre frenare il rischio evidente di un processo di spopolamento delle aree interne che determinerebbe una rottura sociale e territoriale profonda. Sopratutto le comunità rurali, collinari, montane vanno sostenute e rilanciate con interventi e investimenti sulla crescita economica, sui servizi di welfare, sui temi della occupazione”. Così Luigi Sbarra (nella foto), segretario generale aggiunto della Cisl nazionale, è intervenuto questa mattina a Todi a conclusione del consiglio generale della Cisl Umbria. “Va rimesso a sistema un tessuto produttivo legato alla territorialità – ha aggiunto–, esaltate le specificità della manifattura e dei servizi, dell’artigianato e dell’agroalimentare, del turismo e dell’ambiente. Servono investimenti certi e aggiuntivi, concertati e controllati anche dalle parti sociali per assicurare buona qualità della spesa. Solo la buona occupazione, stabile e ben tutelata, radica le persone alle proprie comunità e crea le condizioni di una ripresa sostenuta, non assistenziale, duratura. Anche per questo la Cisl invoca l’introduzione del bonus fiscale sulle transizioni da tempo determinato a stabile e l’abbattimento del cuneo fiscale, con redistribuzione delle risorse risparmiate sulle buste paga dei lavoratori”.
Territorialità è stata la parola chiave anche dell’intervento del segretario generale regionale Cisl Umbria Ulderico Sbarra che, con la relazione introduttiva, ha avviato un nutrito dibattito nel quale sono intervenuti i segretari e i rappresentanti della categorie della Cisl regionale nel quale sono emerse le fragilità del sistema economico e sociale umbro, il permanere delle difficoltà dei lavoratori e delle lavoratrici che in molti casi ha ricadute anche sull’andamento demografico, in termini di spopolamento dei territori (come nel caso delle aree interne) e per la fuga dei giovani che decidono di abbandonare l’Umbria in cerca di occupazione.
“Per questo – ha sottolineato il segretario Ulderico Sbarra- diventa strategico portare avanti il confronto istituzionale e con le parti imprenditoriali per correggere il modello di sviluppo economico dell’Umbria e arrivare in tempi brevi a condividere risultati e strategie capaci di orientare politiche e risorse che diano risultati in termini di occupazione stabile giovanile e di tenuta del sistema del welfare”.